CHIESA APOSTOLICA CRISTIANA: PERSECUZIONE E MORTE CRISTIANI MEDIOEVO: PERSECUZIONE, MORTE, MARTIRIO CRISTIANI PROTESTANTI PERSECUZIONE E MORTE
CRISTIANI OGGI PERSECUZIONE E MORTE
Papa Francesco agli ebrei: “La grande sofferenza toccata prima a voi (ebrei, ndr.) ora tocca a noi (cristiani, ndr.)”… Che dire? Forse il sangue versato da GESU’ CRISTO per la salvezza del mondo, e quello dei Suoi seguaci, i CRISTIANI, martiri per aver proclamato le Verità di Cristo, è troppo poco per il papa ebreo Francisco! Il tradimento degli ebrei che consegnarono Gesù nelle mani dei romani per farlo crocifiggere, si ripete nei secoli con il martirio del Suo rimanente che predica Cristo. ‘E vicina la persecuzione finale di questa nostra ultima generazione che proclamerà in tutto il mondo il Messaggio dei Tre angeli (Ap. 14:6-12) per DENUNCIARE l’abominazione della desolazione dell’Anticristo, la Bestia, che vuole ristabilire pratiche religiose in tutto il mondo, che Cristo ha soppresso con la Sua morte. “Noi stiamo morendo” afferma il sacerdote dall’accampamento con 70.000 cristiani iracheni Roma, 31 agosto. 14 / 15:28 (notizie ACI/EWTN).-“Siamo in grande difficoltà. In realtà noi stiamo morendo qui, in un luogo dove ci sono 70.000 rifugiati cristiani “, ha detto P. Benham Benoka, un sacerdote cattolico siriano che si trova in Ankawa, il quartiere cristiano di Erbil (Iraq), dove insieme ad altri sacerdoti e suore sono al servizio di 70.000 cristiani sfollati.
In un video pubblicato da aiuto alla Chiesa nel bisogno (AIN), il P. Benoka ha detto che i rifugiati cristiani provengono da varie aree strappate dai jihadisti islamici dello stato (ISIS), come Qaraqosh e Mosul. “Sono rifugiati sotto il sole con temperature di 45 gradi all’ombra,” ha detto. Il sacerdote ha detto che nel campo hanno dovuto installare una tenda per soddisfare i molti casi di epidemie che arrivano. “Non so su altri campi” di rifugiati, ma “crediamo che questo sia meglio di altri,” ha detto. Inoltre, ha detto che “tutti i volontari che abbiamo qui sono sacerdoti della diocesi di Mosul e di cura Erbil, di Ankawa”, così come i religiosi. “Una preghiera è molto importante per noi per aiutare tutte le persone che sono in difficoltà. Siamo qui come la croce rossa. Noi stiamo morendo”, ha detto. P. Behanam Benoka ha recentemente scritto a padre Francisco, dicendogli la tragica situazione di fronte a centinaia di migliaia di cristiani nella regione. Ha detto ieri il vice direttore della sala stampa della Santa sede, Padre Ciro Benedettini, ha ribadito, via telefono, la vicinanza costante e paterna (!) e le preghiere per la grazia della perseveranza nella fede, nel momento in cui ha dato la benedizione apostolica. Da parte sua, giovedì scorso il Presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, il cardinale Antonio María Vegliò, ha lanciato un appello ai paesi europei ad accogliere le migliaia di rifugiati iracheni – cristiani e altre minoranze che fuggono per evitare di essere uccisi e decapitati dai jihadisti dello stato islamico. Parlando a Radio Vaticana, il cardinale ha detto che anche se alcuni paesi già ha cominciato a ricevere i rifugiati, abbiamo bisogno della comunità internazionale che agisca per queste migliaia di persone e per fermare l’avanzata dei jihadisti.https://www.aciprensa.com/noticias/video-estamos-muriendo-clama-sacerdote-desde-campamento-con-70000-cristianos-iraquies-59345/ Arcivescovo di Iraq avverte che l’Occidente presto sarà un’altra vittima dell’estremismo islamico
Roma, 20 agosto. 14 / 16:28 (notizie ACI/EWTN). -L’arcivescovo Caldeo di Mossul (Iraq), Monsignore Emil Nona, ha avvertito che i cristiani di tutto il mondo affronteranno la stessa sofferenza che la sua arcidiocesi ha sofferto per mano di estremisti musulmani, se non prendono “decisioni forti e coraggiose”. Parlando al quotidiano italiano il Corriere della Sera del 9 agosto da Erbil, nel Kurdistan iracheno, l’arcivescovo Emil Nona ha avvertito che “oggi le nostre sofferenze sono il preludio di quello che voi, europei e Cristiani occidentali, soffrirete nel vicino futuro”. Il Vescovo di Nona è stato costretto ad abbandonare la sua casa per lo stato islamico, un califfato recentemente stabilito in Iraq e la Siria. Egli è uno dei cinque vescovi che sono stati costretti a fuggire da Mosul. Il gruppo estremista islamico ha perseguito tutti coloro che non erano musulmani sunniti nel territorio del quale ha preso il sopravvento. Cristiani, musulmani sciiti e yazidi hanno lasciato la zona. “Ho perso la mia diocesi,” ha detto l’arcivescovo al quotidiano italiano. “La costituzione fisica del mio apostolato è stata occupata dai radicali islamici che ci vogliono convertiti o morti.” Ma la mia comunità è ancora viva.” Secondo le Nazioni Unite, ci sono più di 1,2 milioni gli sfollati in Iraq e almeno 10.000 rifugiati iracheni in Siria, a seguito dello stato islamico. Il Vescovo di Nona ha fatto appello ai media occidentali per “cercare di capire”. “I suoi principi liberali e democratici sono inutili qui. Dovrebbero considerare nuovamente la nostra realtà in Medio Oriente, perché stanno ricevendo un numero sempre più grande dei musulmani nei loro paesi. Anche voi siete in pericolo. Devono prendere decisioni forti e di valore, anche a rischio di contrastare i loro principi”. L’arcivescovo caldeo di Mosul ha lamentato che “lei pensa che tutti gli uomini sono uguali, ma questo non è verità: l’Islam non dice che tutti gli uomini sono uguali.” I loro valori non sono i valori di lei”. “Se non capisci questo abbastanza presto, diventerà vittima del nemico che ha ricevuto nella sua casa”, ha avvertito. PAKISTAN – Due cristiani bruciati vivi in una fornace per accuse di blasfemiaLahore – Una coppia di cristiani, lui il 26enne Shahzad e lei, la 24enne Shama, sono stati arsi vivi da una folla di musulmani, provenienti da cinque villaggi a Sud di Lahore (provincia del Punjab), che li accusavano di aver commesso blasfemia, per aver bruciato delle pagine del Corano…http://www.notizievangeliche.com/pakistan-due-cristiani-bruciati-vivi-in-una-fornace-per-accuse-di-blasfemia/ Iraq, le case dei cristiani marchiate dagli uomini dell’ISISA Mosul scritte con lo spray per segnalare le abitazioni dei cristiani, considerate di proprietà dello Stato islamico. Marchiati anche edifici abitati da musulmani sciitiMosul (Iraq) 09 agosto 2014Un marchio impresso in rosso, una scritta disegnata con lo spray sui muri delle abitazioni di Mosul. È la lettera “nun” dell’alfabeto arabo, l’iniziale della parola “Nazara”, che significa cristiano, seguace di Gesù di Nazareth. A tracciarla sono stati i miliziani dell’Isis, che in questo modo identificano le case abitate da cristiani. La vicenda ricorda quello che accadeva in epoca nazista, con la stella di David scritta sulle case degli ebrei. A più di 70 anni di distanza, quella vergognosa pagina di storia torna attuale, anche se con protagonisti diversi. Per chi non è musulmano, secondo gli uomini dell’autoproclamatosi califfo al-Baghdadi, non c’è posto: gli edifici marchiati vengono considerati proprietà dello Stato islamico. Altri marchi sono apparsi su case appartenenti a persone di musulmani sciiti. In questo caso è stata scritta la lettera “r”, iniziale “Rwafidh”, cioè protestante o oppositore. La vicenda è stata denunciata a metà luglio e da allora le foto hanno iniziato a fare il giro del web. Louis Raphael Sako, patriarca cattolico di Baghdad, aveva subito lanciato un appello denunciando questa discriminazione. Da allora è nata una campagna di solidarietà, con la tv libanese Lbci come capofila. Tra i primi a promuoverla c’è stata la giornalista Dalia Al-Aqidi. “Indossate una croce per dar voce alle vostre opinioni – ha scritto su Twitter il 30 luglio – Non lasciamo che dirottino l’Iraq che tutti conoscevamo”. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Iraq-le-case-dei-cristiani-marchiate-dagli-uomini-ISIS-47b98b2d-91d3-4636-8270-a90fcf6df7ab.html#sthash.6kpZR1uP.dpuf EGITTO ! CHIESE DISTRUTTE, SCRITTE BLASFEME, CRISTIANI IN FUGA Il Corriere della sera ha inviato Lorenzo Cremonesi in Egitto a vedere che cosa succede ai cristiani ormai vittime di attacchi quotidiani da parte degli estremisti musulmani. «Al Mashiah kham», «Gesù traditore», si legge in… SIRIA: STRAZIANTE ESECUZIONE DI CRISTIANI, INGINOCCHIATI E GIUSTIZIATI A COLPI IN TESTA – VIDEO SHOCK Ricordiamo che questi #estremisti criminali sono armati dai governi occidentali, la #Francia, gli # Nigeria, attacco contro tribù cristiana: 30 morti Scontri tra due gruppi di diverse religioni per una disputa legata al territorio. Ancora sangue nel Paese africano negli scontri con i musulmani.Ancora cristiani perseguitati
LAGOS – Almeno trenta persone sono state uccise in un attacco di pastori musulmani a un villaggio della tribù cristiana Tiv nello Stato di Benue, nel centro della Nigeria. La polizia locale ha fatto sapere che domenica mattina i pastori hanno dato fuoco al villaggio. Secondo le autorità, l’assalto fa parte di una disputa sul territorio tra i due gruppi. I Tiv sono una delle più grandi minoranze etniche in Nigeria. In passato avevano combattuto con i pastori Hausa e Fulani nello Stato di Benue; a dicembre scorso circa cinquemila persone avevano dovuto lasciare le loro case a causa dei combattimenti.mercoledì, 17 ottobre 2012
CRISTIANI PERSEGUITATI 10/07/2012
INT. Bernardo Cervellera
Ancora stragi dei cristiani in Nigeria, mentre il governo non dà alcuna garanzia di sicurezza e l’occidente sta a guardare. Il commento di PADRE CERVELLERA
05/07/2012
Gli attentati di matrice anticristiana che si stanno susseguendo in Africa con allarmante regolarità sono una minaccia per la libertà religiosa nel mondo. Il commento di MARIO MAURO
03/07/2012
INT. Samir Khalil Samir
Dopo la Nigeria, anche il Kenya nel mirino del terrorismo islamico, che attacca anche l’Islam moderato. SAMIR KHALIL SAMIR: è coinvolto anche l’occidente
02/07/2012
INT. Guido Olimpio
Una nuova strage di cristiani in Africa. Dopo i tanti attacchi avvenuti in Nigeria, oggi un commando di terroristi ha ucciso 17 persone in Kenya. Il commento di GUIDO OLIMPIO
18/06/2012
INT. Piero Gheddo
“Perché i musulmani moderati non si dissociano dai fondamentalisti che attaccano le chiese in Nigeria?”. E’ la domanda di padre PIERO GHEDDO, di fronte ai nuovi attentati di Boko Haram
Libertà religosa […] Ad ogni modo, l’analisi del dipartimento di stato americano conferma il diffuso sentimento di preoccupazione che sta portando il dibattito sulla libertà religiosa sempre più al centro delle cronache mondiali. Il rapporto nota ad esempio come se da un lato la Primavera Araba ha permesso a gruppi oppressi in Medio Oriente di muovere i primi passi per un riconoscimento delle loro libertà religiose, dall’altro proprio questo ha esacerbato tensioni pre-esistenti. In Egitto all’introduzione di nuove leggi antidiscriminatorie e alla riapertura di chiese che erano state chiuse dal regime si è affiancato un crescendo della violenza sui cristiani copti. In Libia, sebbene si sia tentato di attenuare alcune delle leggi volute da Gheddafi in merito all’islam, l’apparato legislativo non ha subito modifiche sostanziali con la caduta del regime. In Birmania, come già accennato da chi scrive in un precedente contributo a questa testata, sono state imposte nuove restrizioni sulla minoranza musulmana Rohingya, cui si sono accompagnati dei passi avanti da parte del regime nei confronti del gruppo buddhista, inclusa la scarcerazione di alcuni monaci. Il rapporto parla chiaramente di un crescendo di tensione in Europa, dove l’aumento della diversità religiosa ha causato un aumento parallelo di sentimenti xenofobi, antisemiti e anti-islamici. In diverse regioni le autorità hanno fallito nella capacità di distinguere tra violenti gruppi terroristici e pacifiche comunità religiose, finendo col contribuire all’intolleranza religiosa e a limitare la libertà di culto. In Bahrain lo stato di emergenza ha portato all’arresto di dimostranti la cui ampia maggioranza era sciita e si è giunti alla demolizione di 53 strutture religiose, secondo la commissione indipendente d’inchiesta che ha raccomandato al governo di ricostruire gli edifici. In Russia, la violenza dell’estremismo nella regione caucasica settentrionale ha causato un’applicazione delle leggi anti-terrorismo tale da ridurre considerevolmente la libertà dei gruppi religiosi minoritari, giustificare raid e arresti sulle organizzazioni ad essi riconducibili e coinvolgimenti arbitrari di musulmani con associazioni identificate dalla legge come pericolose. In seguito a incidenti violenti, l’Iraq ha stretto ulteriormente la morsa sulle confessioni minoritarie, provocando l’esodo di numerosi non-musulmani. La situazione nigeriana vede le azioni violente degli estremisti riconducibili a “Boko Haram” senza conseguenze giuridiche adeguate ai danni e ai rischi che hanno comportato per le vite sia dei cristiani che dei musulmani. In base al rapporto, si registra un aumento anche dell’utilizzo delle leggi relative ai reati di blasfemia e apostasia allo scopo di minare la libertà delle religioni minoritarie. Se in Arabia Saudita simili infrazioni, punite secondo la legge con la pena di morte, hanno significato per la maggior parte degli imputati lunga detenzione, in Pakistan Aasia Bibi attende ancora l’esito del suo ricorso contro la sentenza di morte del 2010, mentre numerosi individui sono stati uccisi per aver criticato l’abuso delle leggi sulla blasfemia, tra cui Salman Taseer, governatore del Punjab, e Shahbaz Bhatti, Ministro delle Minoranze. Detenzione e violenze anche in Indonesia per blasfemia e sugli Ahmadis in modo particolare. In una simile situazione mondiale, viene da chiedersi quale sia il ruolo dell’Occidente e dell’Europa. I difetti della relazione americana mettono involontariamente in luce quali sono gli sbagli che l’Ovest sta facendo nel corso di questa sfida: innanzitutto, non è contemplata una scheda sugli Stati Uniti e questo può accrescere la percezione di un paese che dà le pagelle a tutti gli stati del mondo senza fermarsi un istante a guardare i possibili guai di casa propria, il che rischia di far aumentare l’insofferenza di alcuni paesi nei confronti sia dell’Occidente che delle critiche mosse. Inoltre, non c’è rapporto tra i culti minoritari antichi e recenti che sono citati nel rapporto e la loro rilevanza storica e demografica. Si pone ad esempio un enorme accento su un culto come quello di Scientology, presente in molte schede-paese, che conta tra i quaranta e i cinquantamila praticanti in tutto il mondo, e meno sulla comunità evangelica, che pure vive condizioni difficili in molti paesi, a cominciare dall’Indonesia, o sulle religioni animiste e sciamaniche, estremamente diffuse e radicate anche laddove permeate dal sincretismo con le religioni monoteiste. Una così puntuale attenzione sulle condizioni di una confessione dalle origini recenti e dal basso numero di adepti a discapito di religioni più antiche e diffuse non fa che alimentare la popolare identificazione tra Scientology e i servizi segreti americani, rafforzando questo pregiudizio per la gioia del popolo di Internet che si è scatenato sui forum online a contare il numero di volte in cui la parola “Scientology” si ripete nel rapporto USA. Nessuna menzione dei nuclei pagani in Europa, nonostante la lunga persecuzione e l’antica realtà di stigmatizzazione nel continente; scarsa attenzione alla nutrita minoranza induista in Africa, soprattutto se rapportata alla storia di discriminazione etnico-religiosa che la popolazione indiana ha alle spalle in vari stati africani (Kenya, Etiopia, Eritrea, Mozambico etc.). Simili sviste sono emblematiche dei due sbagli principali che l’Occidente rischia di fare nell’affrontare questo problema, ovvero suscitare la percezione di ergersi a giudice non riconosciuto di culture diverse predicando bene e agendo peggio, e trascurare la vita dei gruppi religiosi non organizzati. Viene spontaneo notare, a questo proposito, come proprio pagani e induisti siano fra i pochissimi soggetti spirituali che, pur essendo tra i più antichi del mondo, non hanno una chiesa o un’organizzazione internazionale che li coaguli. Nonostante questi limiti, il Rapporto è molto puntuale e altrettanto prezioso per un attento esame della questione. La situazione nell’Unione Europea emerge nel suo divario tra diritti sanciti ed effettive tutele, unito alla distanza che separa i paesi membri fra loro, e si può riassumere brevemente. In Austria si sono verificati nel 2011 57 attacchi antisemiti da parte di gruppi neonazisti. In Belgio c’è stato un crescendo di discriminazione dei musulmani a livello sociale e condizioni difficili per le minoranze religiose identificate ufficialmente come “culti” o “sette”: sono state invocate riforme del sistema di riconoscimento dei culti ma non c’è ancora stato alcun passo avanti significativo. In Bulgaria si sono verificati episodi d’intolleranza da parte di pubblici ufficiali, atti vandalici antisemiti, assalti alle moschee. La Danimarca ha visto tensioni con i musulmani e il rapporto sottolinea i privilegi concessi alla chiesa di Stato, quella luterana. In Estonia e in Finlandia, eccetto pochi episodi sporadici, i diritti religiosi sono invece tutelati e radicati a livello sociale. In Francia non sono mancate tensioni e restrizioni da parte del governo nei confronti di espressioni religiose pubbliche. In Germania gli Stati Uniti sottolineano la positività del ruolo del governo, ma anche le tensioni tra comunità religiose e funzionari antisette locali, utilizzati dalla chiesa cattolica e protestante con scopi discriminatori in modo particolare contro Scientology, secondo quanto afferma il rapporto. In Grecia permangono i privilegi e lo status della Chiesa ortodossa e si sono verificate varie forme di discriminazione sui musulmani. In Irlanda il governo tutela la libertà religiosa e si fa riferimento solo a episodi isolati di tensione. In Italia si parla dello status della Chiesa Cattolica e di rare tensioni. Il Rapporto nota come i privilegi concessi al cattolicesimo siano tali da suscitare polemiche, e così le restrizioni ai gruppi musulmani, e segnala preoccupanti episodi di antisemitismo e di discriminazioni verso gli islamici a livello sociale. Qui i funzionari antisette con scopi discriminatori non sono stati notati dagli analisti statunitensi, pur essendo non solo membri della Chiesa Cattolica, ma pagati dai contribuenti come consulenti della Squadra Antisette della Polizia di Stato. E’ affascinante notare, sempre per la gioia del malizioso popolo di Internet, come il movimento antisette nostrano, nonostante i casi mediatico-giudiziari che ha scatenato causando l’incarcerazione di innocenti a cui nessuno ha chiesto scusa, non ha mai colpito in modo diretto Scientology. Per qualche ragione, comunque, le carenze legislative riscontrate nel Belgio e le attività di monitoraggio discriminatorio sottolineate in Germania sono sfuggite nella relazione sul nostro paese, che pure non ha istituito alcun registro delle confessioni, è attraversato da varie forme di discriminazione nei confronti dei gruppi denominati “culti” o “sette” e ha dei funzionari antisette piuttosto simili a quelli descritti nella scheda-paese tedesca in relazione alla chiesa di Ron Hubbard. Diciamo questo tralasciando programmi televisivi come “Vade Retro” di TV2000, in cui l’oltranzismo cattolico, prevalentemente nella persona del consulente della magistratura e della Squadra Antisette della Polizia di Stato don Aldo Buonaiuto, divenuto tale in seguito al successo mediatico della setta da lui inventata “Angeli di Sodoma” nel 2002, scopre la televisione con lo stesso entusiasmo con cui Goebbels scoprì la radio e ne fa un uso analogo nei confronti dei culti minoritari ma non solo, se pensiamo alla disinvoltura con cui Monsignor Gemma dissertava, nella puntata conclusiva, di possessione diabolica e sindrome di down. La stessa nonchalance con cui, dall’inizio dell’anno, sono stati praticati centinaia di esorcismi su persone affette da disabilità mentale e disordini psicologici, spesso senza neanche l’autorizzazione della stessa Chiesa cattolica, la quale, essendo una realtà molto vasta, intraprende sforzi importanti ogni anno nel dialogo interreligioso macchiati dalla propaganda oltranzista e dalle azioni sconsiderate di pochi sacerdoti arrivisti e determinati. In Lettonia si sono verificate tensioni sociali prevalentemente antisemite. In Lussemburgo e a Malta, la libertà religiosa è tutelata e non è pervenuta alcuna notizia di episodi discriminatori. Nei Paesi Bassi, invece, il Rapporto identifica tensioni sociali contro ebrei e musulmani, osteggiate però duramente dal governo con la collaborazione delle ONG. In Polonia alle tensioni si sono accompagnati vandalismi occasionali. In Portogallo non sono stati registrati casi di minacce alla libertà di culto, tutelata a livello legislativo. Nel Regno Unito si sono invece verificati episodi di discriminazione cui si è contrapposta, secondo quanto sottolinea il rapporto, l’azione positiva del governo. In Repubblica Ceca ci sono stati passi avanti nei confronti dei gruppi minoritari religiosi. Il rapporto registra anche tensioni sociali di natura prevalentemente anti-islamica e antisemita. In Romania permangono le tensioni dei cattolici greci con il governo per via delle azioni compiute in passato dal regime e le discriminazioni e ostilità verso i non ortodossi. Nella Repubblica Slovacca si segnala il dialogo religioso da parte del governo, poche tensioni e una persistenza dell’antisemitismo presso parte della popolazione. In Slovenia e in Spagna la libertà religiosa è tutelata e si sono verificati solo episodi di tensione sporadici. Anche in Svezia casi di discriminazioni, con passi avanti positivi da parte della società civile. In Ungheria ai progressi sul piano legislativo si è contrapposta infine la retorica di gruppi politici antisemiti. Una situazione talmente frastagliata e costellata di episodi gravi e carenze giuridiche dovrebbe essere affrontata dal Parlamento europeo con l’obiettivo di una riforma che permetta di rendere fattivi negli Stati membri i diritti sanciti dalla Carta. Se le forze laiche europee volessero sostenere una condizione paritaria dei gruppi religiosi in Europa all’insegna del rispetto dei diritti umani e della convivenza civile, sarebbe indispensabile portare avanti l’obiettivo di un registro europeo delle confessioni, in assenza del quale anche il ruolo del Tribunale di Strasburgo rischia di essere menomato a causa della mancanza di parametri a cui affidarsi. Questo può portare solo a sentenze sull’esposizione o meno del crocifisso laddove la vita dei gruppi religiosi minoritari di vari paesi europei non viene neanche riconosciuta in quanto tale.
Nigeria, strage di 500 cristiani nelle aree musulmane
Aggiornamento tristissimo delle recenti stragi commesse in Nigeria dalle tribù del nordest, divise da quelle del sudovest sia per storiche guerre tribali sia per la diversità religiosa (per maggiori informazioni vedere questo mio recente post).
Dopo la vittoria del candidato presidenziale cristiano Goodluck Jonathan sono cominciati i pogrom contro i cristiani nelle zone musulmane. Come si vede nella fotografia, la situazione in Nigeria è tremenda e merita un’estrema attenzione, visto che in Nigeria ENI ha importanti concessioni petrolifere, visto che la Nigeria sarebbe potenzialmente ricca, visto che 130 milioni di abitanti costretti alla fuga a causa della pulizia etnico-religiosa sarebbero una ulteriore bomba demografica sia nelle nazioni africane vicine sia negli altri continenti.Fonte
La bestemmia nei Giardini Vaticani[…] Ma è un altro ancora il fatto che volevo segnalare, e del quale sono venuto a conoscenza due giorni fa parlando con un giornalista. Sapete tutti che agli inizi di giugno il Papa ha voluto ricevere nei Giardini Vaticani i leader palestinesi e israeliani per propiziare la pacificazione, quantomeno utopica, in quegli stati; al contempo ha ricevuto anche i rappresentanti delle fedi diffuse in quelle terre, per pregare assieme ma ciascuno il suo Dio (o come recita l’ambigua parola d’ordine del Papa “secondo la propria tradizione”) e con le parole del proprio credo, per la pace. Avete saputo tutti anche dell’autentica bestemmia e del palese sfottò pronunciato dal rappresentante islamico, che “pregando” in arabo, ha domandato al suo dio di far si che i musulmani possano «conquistare e distruggere» la cristianità. […] È successo che subito dopo è scoppiato un vero efferato nuovo conflitto tra palestinesi e israeliani a colpi di razzi e scudi umani… Che dedurne? È un irato segno dall’alto? È un crudele scherzo del demonio? La punizione per quella bestemmia, ennesima, contro la Chiesa di Cristo dentro lo stesso cuore della Cristianità. […] Quel che i giornali non dicono… e i diplomatici non osanoI giornali non l’hanno detto, forse non se ne sono accorti; i corpi diplomatici per carità di patria hanno evitato di sottolinearlo per evitare imbarazzi immani; i leader israelo-palestinesi hanno fatto signorilmente finta di nulla, il che era meglio anche per loro. Ma, in parole povere, quell’incontro di Francesco con i leader suddetti, piuttosto che propiziare la pace ha scatenato la guerra… Fonte
Quella dell’attuale pontificato è una reticenza sconcertante di fronte a dei criminali sanguinari con i quali – dicono i vescovi del posto – non c’è nessuna possibilità di dialogo perché nei confronti dei cristiani loro stessi han detto “non c’è che la spada”. Il dramma in corso dei cristiani perseguitati vede i laici (perfino governi anticlericali come quello francese) quasi più sensibili del mondo cattolico ed ecclesiastico. Dove si trattano con poca sensibilità e qualche fastidio le vittime, mentre si usa una reticente cautela – cioè i guanti bianchi – verso i carnefici. Duecentomila cristiani (ma anche altre minoranze) sono in fuga, cacciati dai miliziani islamisti che crocifiggono, decapitano e lapidano i nemici. In queste ore mi giungono pure notizie ufficiose di efferatezze indicibili su donne e bambini (speriamo non siano vere). Considerando questo martirio dei cristiani che sono marchiati come “nazareni” senza diritti, braccati, uccisi, con le chiese bruciate e la distruzione di tutto ciò che è cristiano, la voce del Vaticano e del Papa – di solito molto interventista e vigoroso – è stata appena un flebile vagito. Neanche paragonabile rispetto al suo tuonare cinque o sei volte “vergogna! Vergogna! Vergogna!” per gli immigrati di Lampedusa, quando peraltro gli italiani non avevano proprio nulla di cui vergognarsi perché erano corsi a salvare quei poveretti la cui barca si era incendiata e rovesciata mentre erano in mare… Una reticenza che è ormai diventata consueta nell’atteggiamento di papa Bergoglio, che non pronuncia una sola parola in difesa di madri cristiane condannate a morte per la loro fede in Pakistan o in Sudan (penso ad Asia Bibi o a Meriam), che si rifiuta perfino di invitare pubblicamente a pregare per loro, che quando c’è costretto parla sempre genericamente dei cristiani perseguitati e arriva ad affermare, come nell’intervista a “La Vanguardia” del 13 giugno: “i cristiani perseguitati sono una preoccupazione che mi tocca da vicino come pastore. So molte cose sulla persecuzione che non mi sembra prudente raccontare qui per non offendere nessuno”… Ci sono migliaia di innocenti inermi in pericolo di vita, braccati e laceri, in fuga dagli assassini e Bergoglio si preoccupa di “non offendere” i carnefici? Proteste islamiche, settanta chiese devastate in Niger Chiesa Perseguitata NIAMEY (Niger) – L’onda lunga delle vignette su Maometto pubblicate dal settimanale francese Charlie Hebdo continua a mietere vittime in Africa: è di almeno dieci morti il bilancio delle proteste di piazza in Niger, di cui cinque nella capitale Niamey.Nel corso del fine settimana sono state date alle fiamme sette chiese, di cui due sabato scorso nella capitale (tra cui la più grande chiesa evangelica della città), due a Maradi (600 km da Niamey), una a Gourè, nell’est del Paese, e due a Zinder. Proprio a Zinder nella giornata di venerdì sono iniziate le manifestazioni di protesta; nella località, situata nel sud del Niger, hanno trovato la morte cinque persone e sono stati presi di mira e saccheggiati, oltre alle chiese, locali pubblici gestiti da cristiani e da elementi non musulmani, una scuola cattolica e un centro culturale francese.Le forze di polizia sono intervenute con decisione per disperdere le manifestazioni provocando vittime e feriti.Secondo fonti internazionali, domenica sera a Zinder oltre trecento cristiani – tra cui un centinaio di bambini – erano sotto protezione dell’esercito, ospitati in sedi militari.Proteste contro Charlie Hebdo si sono registrate venerdì anche nelle capitali di Pakistan, Sudan e Algeria.AGGIORNAMENTO (20/1, 11.45): Porte Aperte prepara in queste ore la pubblicazione di un dossier speciale dedicato alle proteste in Niger, che aggiorna il drammatico conto delle violenze: «almeno dieci persone sono morte in due giorni. La cifra – si legge nel documento, di cui possiamo anticiparvi alcuni stralci – comprende tre cristiani uccisi dopo essere stati intrappolati nelle chiese. Secondo i nostri dati almeno 72 chiese sono state distrutte, insieme a sette scuole cristiane, diversi negozi cristiani e dieci veicoli di proprietà di cristiani. Oltre trenta case di cristiani sono state saccheggiate e bruciate, lasciando i cristiani colpiti solo con i vestiti che avevano indosso». |