Seconda Guerra Mondiale ed ebraismo
Il fine che il marxismo persegue è, com'è noto, l'annullamento della personalità umana nel suo aspetto di superiore formazione fatta a immagine e somiglianza di Dio. I concetti di benessere economico, le pianificazioni per raggiungerlo, la dottrina politico-sociale che lo bandisce e pretende, sono i mezzi che consentono ad una minoranza di esercitare il dominio con la sopraffazione. Trasportata sul piano internazionale la mèta non può rivelarsi più trasparente: consentire ad una minoranza, che sarebbe trascurabile, di conseguire l'annichilimento della personalità umana, attraverso il materialismo, il terrore e, se necessario, la persecuzione e anche l'assassinio della stragrande maggioranza della popolazione.
Tutto il mondo conosce ormai, ed ha dinanzi agli occhi, l'impulso omicida che ha caratterizzato i dirigenti sovietici ; pochi sono coloro che almeno una volta non hanno rabbrividito di terrore nell'apprendere le mene sanguinose originate in Russia dalla politica marxista. E' sufficiente ricordare alcuni dati che riempirono di paura e di indignazione ogni essere civile, per sentirsi pervadere ancora oggi da un senso d'orrore. Realizzando i suoi postulati, il terrore rosso si è dedicato soprattutto allo sterminio della intelligenza russa.
I CREATORI DEL SISTEMA
Non sussiste ormai alcun dubbio sul fatti che gli ideatori del comunismo furono gli ebrei. Essi, infatti, sono stati non solo gli inventori, ma anche gli autori della dottrina su cui poggia quel mostruoso sistema che tiene aggiogata con poteri assoluti la maggior parte dell'Europa e dell'Asia, che sconvolge le nazioni americane e si diffonde progressivamente in tutti i popoli, anche cristiani, del mondo. Il comunismo agisce come un cancro letale, si spande come un tumore maligno nelle pieghe più recondite delle nazioni libere. E sembra purtroppo che non esista un rimedio contro tanto male. Non solo, ma risulta altrettanto chiaro che sono gli ebrei gli inventori ed i dirigenti della pratica comunista, della sua efficiente tattica di combattimento, della sua insensibile e spietata politica inumana messa in atto, nonche della sua aggressiva strategia internazionale. Che i teorici del comunismo furono tutti ebrei è verità, ormai pienamente comprovata, malgrado l'accorta pratica usuale dei più importanti uomini dediti all'attività politica, di acquisire a mo' di soprannome un cognome e un nome atti a mascherare la loro vera origine agli occhi delle popolazioni in mezzo alle quali vissero e vivono.
L'elenco che segue, altamente indicativo pur nella sua incompletezza, è l'inconfutabile prova di quanto sopra. Infatti:
1. Karl Heinrich Marx. Era un giudeo tedesco, il cui vero nome fu Kissel Mordekay, nato a Treves, nella Prussia Renana, figlio di un avvocato ebreo. Prima di aver scritto la sua famosa opera Il Capitale, che è, come si sa, il vero e proprio testosacro del comunismo teorico, — la cui dottrina egli si dedicò a propagandare durante tutta la sua vita, con inesauribile attività — Marx aveva vergato e pubblicato a Londra, insieme all'ebreo Engels, nell'anno 1848, l'ormai famoso manifesto comunista. E ancor prima, tra il 1843 e il 1847, aveva dato vita, sempre in Inghilterra, alle prime teorie moderne del nazionalismo ebreo, attraverso una serie di scritti, apparsi nel 1844 sulla rivista Deutsche-Französiche-Jahrbücher, dal titolo Zur Judenfrage (La questione ebrea), scritti informati ad una tendenza ultranazionalista. Morì nel 1887.
2. Frederik Engels. E' stato l'organizzatore della Prima Internazionale Socialista. Collaboratore intimo di Marx, era ebreo, commerciante di cotone. Mori nel 1894.
3. Karl Kautski, il cui vero nome era Kaus, è l'autore del libro Le origini del Cristianesimo, un'opera che tenta, principalmente, di confutare i fondamenti della chiesa Cattolica. Questi fu il maggior interprete di Marx e pubblicò, nel 1887, una serie di scritti, tra i quali citiamo: Gli insegnamenti economici di Marx alla portata di tutti ; Il massacro di Chisinaw e la questione ebrea ; nel 1903 scrisse : La lotta di classe, un libro che, tra l'altro, costituisce il fondamento dottrinario del dittatore cinese Mao-Tse-Tung ; nel 1921 dette alle stampe un'opera intitolata : Avanguardia socialista. Egli è anche l'autore del Programma Socialista di Erfurt, Germania. Ebreo anche lui, nacque a Praga nel 1854 e morì nel 1938 a l'Aja, in Olanda.
4. Ferdinando Lassalle. Ebreo, nato a Breslavia nel 1825. Dopo essere stato mischiato con la rivoluzione democratica del 1848, pubblicò nell'anno 1863, la sua opera dal titolo: Risposte chiare, con la quale tracciò un piano rivoluzionario per gli operai tedeschi. Da allora egli dette vita
instancabilmente ad un'intensa campagna socialista tendente alla ribellione degli operai, per conseguire la quale pubblicò un'altra opera dal titolo : Capitale e Lavoro.
5. Eduard Bernstein, ebreo, nato a Berlino nel 1850. Sue opere principali sono : Supposizioni sul socialismo ; Socialdemocrazia odierna teoria e pratica, opere tutte volte a dar forma e sostanza alla dottrina comunista e poggianti sui concetti di Marx. Nel 1918 venne nominato Ministro della
proprietà dello Stato Socialista Tedesco, Stato che fortunatamente non riusci a durare che qualche mese.
6. Jacob Lastrow, Max Hirsch, Edgar Loening, Wirschauer, Babel, Schatz David Riccardo e molti altri scrittori e teorici comunisti erano ebrei. In tutti i Paesi troviamo che i propagandisti del comunismo sono in maggioranza assoluta scrittori ebrei, i quali adempiono alla loro opera con cautelosa ipocrisia, dando a quest'azione quel significato di umanità e fratellanza che poc'anzi abbiamo visto cosa in realtà significhi.
Tutti gli ebrei summenzionati, pur essendo dei teorici, non si sono dedicati soltanto a gettare le fondamenta dottrinarie del comunismo. Molti di essi, infatti, sono stati, in pratica, dei veri e propri attivisti rivoluzionari, e tutti si sono dedicati, nel paese dove si trovavano, a preparare, dirigere o aiutare la sovversione di fatto. Come capi o membri collegati con associazioni rivoluzionarie, sempre hanno preso parte attiva allo sviluppo del comunismo.
Oltre agli ebrei, considerati principalmente dei teorici, anche quasi tutti i dirigenti, organizzatori e propagandisti della tattica comunista sono ebrei e adempiono agli incarichi ricevuti, operando sempre con la migliore efficienza.
Un esame sia pure sommario di quanto è accaduto anche nei Paesi dove la congiura ebraicocomunista è fallita, pur essendo stata sul punto di trionfare, o dove il marxismo ha conquistato il potere, pur venendone successivamente estromesso, rivela la piena e totale responsabilità ebraica. I due movimenti rivoluzionari seguenti possono costituire un esempio probante :
A) La Germania, nell'anno 1918, è teatro di una rivoluzione comunista diretta dagli ebrei. La Repubblica Consiliare di Monaco fu una repubblica ebrea come dimostrano i suoi capi : Liebknecht, Rosa Luxemburg, Kurt Eisner e molti altri. Quando fu abbattuto l'impero tedesco, gli ebrei si impossessarono del paese e il governo tedesco cadde in mano degli stessi. Haese divenne ministro di Stato e così Landesberg. Insieme a questi troviamo Kautski, Kohn ed Hersfel, tutti ebrei. Il ministro del tesoro, ebreo anch'esso, ebbe come suo collaboratore l'ebreo Bernstein e quello dell'interno, anch'esso ebreo, sollecitò la collaborazione del suo fratello di razza, il dr. Freud che l'aiutò nel suo lavoro. Kurt Eisner, presidente del consiglio della Repubblica Bavarese, fu il capo della rivoluzione bolscevica di Monaco.
« Undici piccoli uomini fecero la rivoluzione — disse Kurt Eisner al collega ministro Aner nell'ebrezza del trionfo. — E' più che giusto che venga conservato il ricordo imperituro di questi piccoli uomini. Essi sono gli ebrei Max Lowenberg, il dr. Kurt Rosenfeld, Gaspar Wollherm, Max Rotschild, Carlos Arnold, Kranold, Osenhek Birnbaum, Reis e Kaisser. Questi dieci uomini, più Kurt Eisner von Israelovitch, costituirono il fronte del Tribunale Rivoluzionario di Germania. Gli undici erano frammassoni e appartenevano alla Loggia segreta numero 11, che aveva la sua sede in Monaco, Briennerstrasse, numero 51 ».
Il primo gabinetto tedesco, nell'anno 1918, fu composto dagli ebrei :
1. Preuss : Ministro di governo
2. Freund : Ministro di governo
3. Landsberg : Ministro del commercio
4. Karl Kautski : Ministro dell'agricoltura
5. Schiffer : Ministro dell'industria.
6. Eduard Bernstein: Segretario del tesoro di Stato
7. Fritz Max Cohen: Capo del servizio ufficiale informazioni (questo ebreo era stato corrispondente del giornale ebreo Frankfurter Zeitung).
Anche il secondo governo socialista tedesco del 1918 comprendeva i seguenti ebrei :
1. Hirsch : Ministro del governo
2. Rosenfeld : Ministro di grazia e giustizia
3. Futran : istruzione
4. Arndt : istruzione
5. Simon : segretario del lavoro
6. Kastenberg : Direttore degli affari culturali
7. Stathgen-Gerhart : Ministro della propaganda
8. Meyer-Gerhart : Direttore degli affari coloniali
9. Wurm : Segretario dell'alimentazione
10. Merz Weil, Katzenstein, Stern, Leewemberg, Frankel, Schelesinger, Israelowitz, Selingsham, Laubenheim etc. : tutti questi ebrei occupavano alte cariche nei ministeri.
Tra gli altri ebrei che controllavano i settori vitali dello Stato Tedesco, sconfitto dagli Alleati, si trovavano, nel 1918 e più tardi:
1. Kohen : Presidente del comitato dei soldati e operai tedeschi (simile a quello sovietico dei soldati e operai di Mosca, che ebbe vita nello stesso anno)
2. Ernst : Presidente della polizia di Berlino
3. Sinzheimer : Presidente, della polizia di Francoforte
4. Lewy : Presidente della polizia di Essen
5. Kurt Eisner : Presidente dello Stato di Baviera
6. Jaffe : Ministro del commercio dello Stato di Baviera
7. Brentano : Ministro dell'industria e traffico
8. Talheimer : Ministro dello Stato del Württemberg
9. Heiman: altro Ministro dello Stato del Württemberg
10. Fulda: governo di Essen
11. Theodor Wolf : Redattore capo del periodico Berliner Tageblatt.
12. Gwiner : Direttore della Deutsche Bank.Trajan Romanescu: Opera citata.
Ungheria 1919. Il 20 marzo 1919 l'ebreo Bela-Kun (Cohen) si impossessa dell'Ungheria proclama la Repubblica Sovietica Ungherese, e sommerge il Paese in un atroce mare di sangue.
« Con lui, 26 commissari composero il nuovo governo: 18 di questi erano israeliti. Proporzione inaudita, tenuto conto che in Ungheria vivevano soltanto un milione e mezzo di israeliti, su 22 milioni di abitanti. I diciotto commissari detenevano nelle loro mani la direzione effettiva del potere ; così stando le cose è evidente la scarsa autorità degli otto commissari cristiani, le cui possibilità di azione erano limitatissime » (11).
Più del novanta per cento dei membri del Governo e degli uomini di fiducia di Bela-Kun erano, del pari, giudei. Ecco la lista dei membri del governo di Bela-Kun:
1. Bela-Kun : Segretario generale del governo giudeo
2. Bandor Garbai : Presidente « ufficiale » del governo, usato dagli ebrei come specchietto, ungherese
3. Peter Agoston, Luogotenente del segretario generale, ebreo
4. Dr. E. Landler, Commissario del popolo per gli affari interni, ebreo
5. Bela Vago, Luogotenente di Landler, ebreo ; suo vero nome, Weiss
6. E. Hamburger: Commissario dell'agricoltura, ebreo
7. Vantus : Luogotenente di Hamburger, ungherese
8. Cszmadia : Luogotenente di Hamburger, ungherese
9. Nyisztor : Luogotenente di Hamburger, ungherese
10. Varga : Commissario per gli affari finanziari, ebreo; suo vero nome, Weichselbaum
11. Szkely : Luogotenente di Varga, ebreo ; suo vero nome, Schlesinger
12. Kunfi : Commissario per l'educazione ; suo vero nome, Kunstater
13. Lukacs : Luogotenente di Kunfi, ebreo ; in realtà si chiamava Löwinger, ed era figlio del direttore generale di un istituto bancario di Budapest.
14. D. Bokany : Commissario del lavoro, ungherese
15. Fiedler : Luogotenente di Bokany, ebreo
16. Jozsef Pogany : Commissario per la guerra, ebreo, il cui nome in realtà era Schwartz
17. Szanto : Luogotenente di Pogany, ebreo ; suo vero nome, Schreiber
18. Tibor Szmuelli, Luogotenente di Pogany, ebreo ; suo vero nome, Samuele
19. Matyas Rakosi : Commissario per il commercio, ebreo, il cui nome, in realtà, era Mathew Roth Rosenkrane ; è, anche attualmente, un alto personaggio comunista
20. Ronai, Commissario per la giustizia, ebreo ; suo vero nome, Rosenstegl
21. Ladai, Luogotenente di Ronai, ebreo
22. Erdelyi, Commissario per l'approvvigionamento, ebreo ; suo vero nome, Eisenstein
23. Vilmos Boehm, Commissario per la socializzazione, ebreo
24. Hevesi, Luogotenente di Boehm, ebreo
25. Dovsak, Secondo Luogotenente di Boehm, ebreo
26. Oszkar Jaszai, Commissario per la nazionalizzazione, ebreo; suo vero nome, Jakubovits
27. Otto Korvin, Commissario per l'investigazione politica, ebreo ; su vero nome Klein
28. Kerekes, Sovrintendente del fisco statale, ebreo ; suo vero nome, Blau
29. Biro, Capo della polizia politica, ebreo
30. Seider, Aiutante di Biro, ebreo
31. Cszkar Faber, Commissario per la liquidazione dei beni della Chiesa, ebreo
32. J. Czerni, Comandante della banda di terroristi conosciuta col nome di « I giovani di Lenin » ; ungherese
33. Illès, Commissario superiore della polizia, ebreo
34. Szabados, Commissario superiore della polizia, ebreo ; suo vero nome, Singer
35. Kalmar, Commissario superiore della polizia, ebreo tedesco
36. Szabo, Commissario superiore della polizia, ebreo ruteno ; suo vero nome, Schwarz
37. Vince, Commissario popolare della città di Budapest ; suo vero nome, Winstejn
38. M. Krauss, Commissario popolare di Budapest, ebreo
39. A Dienes. Commissario popolare di Budapest, ebreo
40. Lengyel, Presidente del banco austro-ungherese, ebreo ; suo vero nome, Levkovits
11 J. et J. Tharaud, Causerie sur Israël, 1926 Marcelle, Lesage.
41. Laszlo, Presidente del tribunale rivoluzionario comunista, ebreo ; suo vero nome, Löwy - Trajan Romanescu: op cit.
Tutti i componenti di questo governo che ebbe in pugno, per qualche tempo, l'Ungheria, si distinsero per i crimini senza numero e per le spietate spoliazioni. Oltre a loro, lo stesso Bela Kun viaggiava da un punto all'altro del paese in una lussuosa automobile, in compagnia di un'efficiente
segretaria ebrea di nome R. S. Salkind, alias Semliachkay. Il simulacro di una grande forca campeggiava sull'automobile a mo' di distintivo. Non possiamo non rammentare, in questa occasionc, anche il capo della Ceka ungherese, l'ebreo Szamuelly, che viaggiava per il Paese seminando
terrore e morte. Sentite come lo descrive un testimone dell'epoca :
« Quel treno della morte attraversava ruggendo la oscurità della notte ungherese. Dove si fermava, il paesaggio poco dopo cambiava aspetto : i corpi penzolanti degli impiccati - uomini e donne - dondolavano dagli alberi e il sangue rigava il suolo. Cadaveri nudi e mutilati
decoravano le strade. Szamuelly, dettava le sue sentenze restandosene comodamente installato in quel suo orribile treno e nessuno di coloro che dovettero subire la sua ferocia poté mai raccontare di averlo visto... Szamuelly viveva in quel treno, sempre. Una
trentina di scelti terroristi vegliavano sulla sua incolumità. Sperimentati e spietati carnefici facevano parte della comitiva. Il treno si componeva di due vetture-salone, di due carrozze di prima classe, occupate dai terroristi, e di due vetture di terza classe dove venivano rinchiuse le
vittime. In queste vetture avevano luogo le esecuzioni. Tutte le pedane di questi vagoni apparivano orrendemente macchiate di sangue. I cadaveri venivano gettati dai finestrini, mentre Szamuelly, comodamente seduto nello studio civettuolo apprestato in uno dei vagoni-saloni,
tappezzato di damasco rosa e tutto costellato di specchi molati, con un solo gesto della mano decideva la vita o la morte » C. de Tormay, Le Livre proscrit.
Il periodico La Divina Parola del 25 Aprile 1920, mette in rilievo quanto segue :
« ...durante la reazione antibolscevica contro l'israelita Bela-Kun, sono stati rinvenuti cadaveri di frati e di monache ammucchiati alla rinfusa nei sotterranei. I diplomatici esteri chiamati dal popolo a constatare "de visu" hanno attestato di aver visto con i propri occhi non
pochi cadaveri di religiosi e di religiose con il Crocifisso - che essi erano soliti portare sul petto - conficcato loro nel cuore...».
Notizie tratte da MAURICE PINAY