Secondo la rivista americana Veterans Today il leader dell'ISIS, il Califfo Al Baghdadi (in arte il Califfo Rolex, quello che vuole conquistare Roma, tra l'altro) sarebbe in realtà Shimon Elliott, un agente del Mossad...A seguire vi riportiamo la traduzione dell'articolo e subito dopo il testo originale, in inglese.
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Abu Bakr al-Baghdadi, il cosiddetto "Califfo", il capo della ISIL (Stato islamico in Iraq e nel Levante sarebbe, secondo l'ex tecnico della CIA e della NSA Edward Snowden,(http://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Snowden) Simon Elliot (Elliot Shimon), alias Al-Baghdadi, nato da due genitori ebrei ed è un agente del Mossad. Offriamo qui di seguito tre fonti che vogliono affermare che il califfo Al-Baghdadi èun agente operativo del Mossad e che è nato padre e madre ebrei.
Fonte: Radio ajyal.com
Il vero nome di Abu Bakr al-Baghdadi è "Simon Elliott." Elliot è stato reclutato dal Mossad israeliano ed è stato addestrato in spionaggio e guerra psicologica contro le società arabe e islamiche. Questa informazione proviene da Edward Snowden ed è stata pubblicata da giornali e altri siti Web: il capo dello "Stato islamico" Abu Bakr al-Baghdadi, ha collaborato con i servizi segreti americani, britannici e Israele per creare un'organizzazione in grado di attrarre estremisti terroristici da tutto il mondo.
Un'altra fonte conferma questa affermazione, il sito Egy-press:
Con il supporto fotografico, i media iraniani scoprono la vera identità del Emir Daash, un agente sionista addestrato. L'intelligence iraniana ha scoperto la vera e piena identità dell'Emiro Daash, che è conosciuto con il nome di Abu Bakr Al Baghdadi; il suo vero nome è Elliot Shimon. Il suo ruolo nel Mossad agente segreto in spionaggio sionista. Il suo falso nome: Ibrahim ibn Awad Ibrahim ibn Al Al Badri Arradoui Hoseini. Il piano: entrare nel cuore militari e civili dei paesi che vengono dichiarati come una minaccia per Israele per distruggere e facilitare successivamente, l'acquisizione da parte dello stato sionista, di tutta l'area del Medio Oriente al fine di stabilire Grande Israele. Ecco i confini del progetto sionista, il "Grande Israele" o "Eretz Israel" in breve. (..... .....) Ascoltare e riascoltare Bernard-Henri Lévy su questi cosiddetta primavera araba: "La primavera araba è buona per Israele"...
Inglese: Abu Bakr al-Baghdadi, so-called ”Caliph,” the head of ISIL (Islamic State in Iraq and the Levant is, according to sources reputed to originate from Edward Snowden, an actor named Elliot Shimon, a Mossad trained operative.
Simon Elliot (Elliot Shimon) aka Al-Baghdadi was born of two Jewish parents and is a Mossad agent.
We offer below three translations that want to assert that the Caliph Al-Baghdadi is a full Mossad agent and that he was born Jewish father and mother:
The real name of Abu Bakr al-Baghdadi is “Simon Elliott.”
The so-called “Elliot” was recruited by the Israeli Mossad and was trained in espionage and psychological warfare against Arab and Islamic societies.
This information was attributed to Edward Snowden and published by newspapers and other Web sites: the head of the “Islamic State” Abu Bakr al-Baghdadi, has cooperated with the U.S. Secret Service, British and Israel to create an organization capable of attracting terrorist extremists from around the world.
Source: Radio ajyal.com
Another source corroborates this statement, the site Egy-press:
With photo support, a Iranian media discovers the true identity of the Emir Daash, a trained Zionist agent.
Iranian intelligence discovered the true and full identity of the Emir Daash, which is known under the name Abu Bakr Al Baghdadi; his real name is Elliot Shimon. Its role in Mossad secret agent in the Zionist espionage. His false name: Ibrahim ibn Awad ibn Ibrahim Al Al Badri Arradoui Hoseini.
The plan: get into the military and civilian heart of the countries that are declared as a threat to Israel in order to destroy to facilitate thereafter, the takeover by the Zionist state on the entire area of the Middle East in order to establish Greater Israel.
Here are the borders of the Zionist project, the “Greater Israel” or “Eretz Israel” for short.
These facts confirm the first that came out a few days ago, confirming that the Caliph Rolex is sent to Israel to sow chaos in neighboring countries the Zionist entity. Please note that EIIL announced it a few days ago that, to want to now take the “barbarians Jews”, a reference to Zionists besiege Gaza.
Practice! Having devastated the area of Israel, it will now allow the Americans and the Israelis to show the fingers as bloody terrorists to shoot at faster to defend the Zionist state, while the same let them proliferate and act with impunity for over two months now. Prepare a project they probably from the famous Arab Spring with the destabilization of Iraq, Sudan, Tunisia, Egypt, Libya, Syria and Mali (among others). Clever!
Listen and listen again Bernard-Henri Lévy on these so-called Arab Spring
Iraq, il "Califfo" al-Baghdadi: "Conquisteremo anche Roma"
Appello ai musulmani di tutto il mondo perché immigrino nella sua nuova terra per combattere sotto la sua bandiera. al-Maliki: "Minaccia per tutta la regione"
ROMA - Abu bakr al-Baghdadi, il "califfo" autoproclamato dello "Stato islamico" che si estende fra l'Iraq e la Siria, ha promesso di conquistare anche Roma, lanciando un appello ai musulmani di tutto il mondo perché immigrino nella sua nuova terra per combattere sotto la sua bandiera. Ieri aveva minacciato gli Stati Uniti, parlando di un attacco peggiore di quello dell'11 settembre. "Coloro che possono immigrare nello stato islamico dovrebbero farlo perché l'immigrazione nella casa dell'Islam è un dovere" ha dichiarato al-Baghdadi in un messaggio audio postato su un sito web utilizzato dal gruppo, in precedenza conosciuto come Stato Islamico dell'Iraq e del Levante. "Affrettatevi o musulmani a venire nel vostro stato. E' il vostro stato. La Siria non è per i siriani e l'Iraq non è per gli iracheni.Questa terra è per i musulmani, tutti i musulmani", ha detto ancora, citato dal sito internet del giornale The Telegraph, colui che si è definito il primo califfo dell'Islam, dalla dissoluzione dell'impero Ottomano. "Questo è il mio consiglio per voi. Se lo seguirete, conquisterete Roma e diventerete padroni del mondo, con la volontà di Allah", ha conclusoal-Baghdadi. Il premier al-Maliki. Una dichiarazione definita dal premier iracheno, Nouri al-Maliki, "una minaccia per l'intera regione". Si tratta di un "messaggio a tutti gli Stati dell'area, che avverte che adesso sono dentro il cerchio rosso" e "nessuno in Iraq o in nessun altro Paese vicino sarà al sicuro da questi piani",ha aggiunto al-Maliki. E ha offerto l'amnistia alle tribù che in questo periodo hanno combattuto contro il governo. Siria e Iraq. Si complica così ancora di più la situazione in Siria e Iraq. La proclamazione del Califfato, secondo cui lo Stato islamico si estende da Aleppo a Diyala, ha suscitato molte reazioni nell'ambito dei gruppi di fondamentalisti sunniti che combattono nei due paesi. Soprattutto perché al-Baghdadi ha imposto alle altre fazioni di prestare giuramento di fedeltà al califfato e di deporre le armi. In base al diktat, solo i membri del gruppo sono autorizzati a girare armati all'interno dello Stato islamico. Alcune entità minori e leader tribali locali hanno aderito, altri stanno prendendo tempo, mentre altri ancora, si sono scontrati contro la formazione. E' il caso, per esempio della cittadina di al-Bukamal, lungo il confine tra Siria e Iraq, dove lo Stato islamico ha combattuto per tre giorni contro altri gruppi di ribelli siriani, prima di conquistarla. I combattimenti a Tikrit. Nelle ultime settimane il gruppo militante estremista sunnita ha preso il controllo di ampie zone nel nord e nell'ovest dell'Iraq, comprese le città di Mosul e Tikrit. L'aviazione irachena ha compiuto numerosi raid aerei su Mosul per colpire le postazioni dei ribelli sunniti. Secondo quanto riferisce l'emittente panaraba al-Jazeera, si combatte ancora anche a Tikrit, dove l'esercito non è ancora riuscito a riconquistare la città. FOTO "Nessun confine", la propaganda dei ribelli Sostegno all'Iraq da Usa e Russia. Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno incrementando il sostegno a Baghdad. Secondo una fonte americana, citata da Iraqinews, sono in arrivo altri 300 soldati, alcuni elicotteri e aerei senza pilota. La decisione e' stata annunciata dal Pentagono. Agli aiuti americani si sono aggiunti quelli russi e bielorussi. Si tratta in particolare di cinque aerei caccia Sukhoi, mentre 25, sono arrivati nei giorni scorsi in Iraq. http://www.repubblica.it/esteri/2014/07/02/news/iraq_califfo_al_baghdadi_conquisteremo_anche_roma_-90499364/
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La ISIS voluta da USA, Israele e Inghilterra Share
Il leader dell’ISIS: Abu Bakr Al Baghdadi
Ma chi è veramente Abu Bakr Al Baghdadi, leader religioso del nuovo Stato Islamico ISIS?
E cos’è l’ISIS, il nuovo Stato Islamico estremista che vuole conquistare tutto il medio oriente?
Ebbene, sembrerebbe che l’ISIS sia una “creatura” costruita a tavolino fra Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna. Ad asserirlo con certezza è nientemeno che l’ex dipendente della National Security Agency (NSA), Edward Snowden che ha rivelato il piano dell’intelligence americana, unitamente a quella inglese e persino al Mossad, dichiarando che queste tre Agenzie hanno lavorato insieme per creare lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS).
Snowden ha detto che i servizi segreti dei tre paesi hanno creato un’organizzazione terroristica che sarebbe stata in grado di attrarre tutti gli estremisti del mondo in un unico luogo, utilizzando una strategia chiamata “nido di vespe”. Alcuni documenti della NSA si riferiscono alla recente attuazione del nido di vespe per proteggere l’entità sionista con la creazione di slogan religiosi e islamici per attirare adepti nelle zone di Siria e Iraq, ma la cosa sarebbe sfuggita al controllo delle tre agenzie d’intelligence che, a quanto sembra, hanno poco di intelligence.
Secondo le dichiarazioni rilasciate da Snowden, la NSA aveva in mente una strategia alquanto bizzarra, una soluzione per la protezione dello stato ebraico, cioè creare un nemico nei pressi dei confini dell’area mediorientale. Per garantire il “miglior” risultato, sembrerebbe che il leader dell’ISIS Abu Bakr Al-Baghdadi abbia avuto un addestramento militare intensivo per un anno intero all’interno delle strutture del Mossad, il servizio segreto Israeliano, oltre a frequentare corsi di teologia e dell’arte della parola in USA e in Inghilterra. Fonte: Global Research
Israele comprerebbe il greggio contrabbandato dal Daesh e dai kurdi irakeni attraverso la Turchia
Il petrolio dello Stato Islamico finisce in Italia passando per Israele?
L’intricata rete di complicità e interessi che finanzia il Daesh e i suoi volonterosi carnefici di Umberto Mazzantini
Israele è diventato il principale acquirente di petrolio dal territorio controllato dallo Stato Islamico/Daesh (Isis), almeno secondo quanto hanno affermato per primi i kurdi siriani del Rojava, in una tesi poi rilanciata ad agosto in un’inchiesta del Financial Times e ora ripresa, dopo le nuove accusa di Vladimir Putin, da Globes Israel business news (che a sua volta riprende a sua volta i rapporti del giornale qatariota al-Araby al-Jadeed). Secondo queste indagini, «contrabbandieri curdi e turchi trasportano il petrolio dal territorio controllato dall’Isis in Siria e Iraq e lo vendono a Israele (…) Si stima che circa 20.000 – 40.000 barili di petrolio vengono prodotti ogni giorno nel territorio controllato dall’Isis generando 1 -1,5 milioni di dollari di profitto giornaliero per l’organizzazione terroristica».
Il petrolio verrebbe estratto a Dir A-Zur in Siria e in due campi in Iraq e trasportato nella città curda di Zakhu in un triangolo di territorio incuneato tra Siria, Iraq e Turchia, i mediatori israeliani e turchi arrivano in questa terra di nessuno per concordare i prezzi, poi il greggio viene contrabbando nella città turca di Silop come proveniente dalla regione semi-indipendente kurda dell’Iraq e venduto a 15 – 18 al barile, mentre sul mercato legale WTI e Brent Crude attualmente valgono 41 e 45 dollari al barile. Secondo Globes Israel, il greggio del Daesh passa dalle mani del «mediatore israeliano, un uomo di 50 anni con doppia cittadinanza greco-israeliana noto come Dr. Farid. Trasporta il petrolio attraverso diversi porti turchi e poi in altri porti, con Israele fra le principali destinazioni». Il Financial Times scrive che Israele ottiene il 75% delle sue forniture di petrolio dal Kurdistan iracheno, con il quale ha stretti rapporti fin dai tempi della guerriglia dei kurdi contro Saddam Hussein, e più di un terzo di queste esportazioni passano attraverso il porto turco di Ceyhan, che viene descritto come un «potenziale gateway per il greggio di contrabbando dell’Isis».
Ma per l’Italia la rivelazione più inquietante arriva dall’inchiesta “Raqqa’s Rockefellers”, Bilal Erdogan, KRG Crude, And The Israel Connection”, pubblicata il 29 novembre da Zero Hedge a firma Tyler Durden, nella quale si legge: «Secondo un funzionario europeo di una compagnia petrolifera internazionale che ha incontrato al-Araby in una capitale del Golfo, Israele raffina il petrolio solo “una o due volte”, perché non ha raffinerie avanzate. Esporta il petrolio nei paesi mediterranei – nei quali il petrolio “guadagna uno stato di semi-legittima” – per $ 30 a $ 35 al barile. Il petrolio viene venduto entro un giorno o due a un certo numero di compagnie private, mentre la maggioranza va in una raffineria italiana di proprietà di uno dei maggiori azionisti di una società calcistica italiana [nome rimosso] dove il petrolio viene raffinato ed utilizzato localmente. Israele è, in un modo o nell’altro, diventato il principale commerciante di petrolio dell’Isis. Senza di loro [gli israeliani], la maggior parte del petrolio prodotto dall’Isis resterebbe in giro tra l’Iraq, Siria e Turchia. Anche le tre companies non avrebbero ricevuto il petrolio se non avessero un acquirente in Israele». Affermazioni pesanti, sulle quali sarebbe opportuno far indagare al più presto gli organi competenti.
Tutto, si afferma, comincia nel giugno del 2014, quando la petroliera SCF Altai attracca nel porto israeliano di Ashkelon per scaricare il primo carico di greggio del governo regionale kurdo irakeno (KRG) proveniente da un oleodotto che arriva al porto turco di Ceyhan, una pipeline progettata per bypassare le condotte del governo irakeno e non pagare le tasse a Bagdad. Una settimana prima, la SCF Altai aveva caricato greggio kurdo al largo di Malta con un trasferimento da nave a nave dalla The United Emblem, Anche la The United Emblem aveva caricato il greggio all’oleodotto kurdo di Ceyhan. Da quel momento i kurdi irakeni sembrano disposti a contrabbandare qualsiasi tipo di petrolio, anche quello dei nemici dello Stati Islamico, soprattutto verso il territorio degli storici alleati israeliani... continua http://www.greenreport.it/news/energia/il-petrolio-dello-stato-islamico-finisce-in-italia-passando-per-israele/