Contro l'"omofobia" o contro la libertà di pensiero?
Pescante: “Usa fanno terrorismo politico gay”
Mario Pescante, membro del Cio e presidente Coni dal 1993 al 1998 ha lanciato un duro atto d’accusa contro l’arroganza americana. Che non manderanno rappresentanti istituzionali a Sochi, ma un gruppetto di gay, per protesta contro alcune leggi russe che proteggono i bambini dalla propaganda omosessuale invece dilagante in Occidente.
“È assurdo che un Paese così invii in Russia quattro lesbiche solo per dimostrare che in quel Paese i diritti dei gay sono calpestati. Lo facciano in altre occasioni – ha detto Pescante -. I politici ad ogni Olimpiade ne approfittano. Basta con queste strumentalizzazioni: i Giochi non possono essere l’occasione e il palcoscenico per rivendicare diritti che lo sport sostiene quotidianamente. E meno male che 2700 anni fa si fermavano anche le guerre per i Giochi. Ora assistiamo a atti di terrorismo politico. Su questo farò un intervento al Cio. La Cecenia è a un tiro di schioppo anche se i controlli sono molto severi e quasi personalizzati, ma c’è un altro tipo di terrorismo che ci preoccupa, che è quello politico in nome di diritti che tutti condividiamo ma non devono essere avanzati solo alle Olimpiadi”. Iniziamo col dire che se esiste il ‘diritto’ ad essere omosessuale, ed in Russia non è in discussione, a differenza dell’alleata americana, l’Arabia Saudita; esiste però anche il diritto a non essere inondati da una volgare propaganda mediatica che vorrebbe ‘normalizzare’ un comportamento che tale non è, non fosse altro perché riguarda un 3% della popolazione.
Ovvie le immediate bizze delle solita associazioni gay: “Gli atleti italiani che saranno impegnati a Sochi dovrebbero dissociarsi dalle dichiarazioni di Mario Pescante che offende non solo il rispetto dei diritti dei gay, ma anche ciò che lo sport può rappresentare nel rispetto dei diritti civili e umani”. È quanto sostiene Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay center in merito alle parole pronunciate da Pescante. http://voxnews.info/2014/01/15/pescante-usa-fanno-terrorismo-politico-gay/
Cagliari: alle elementari si insegnerà ad essere trans
E’ in atto, in tutta Italia, un grande progetto di lavaggio del cervello nei confronti dei bambini, per ‘educarli’ al nuovo ordine mondiale. Non si spiegherebbe altrimenti l’ossessione di alcuni settori politici e mediatici nei confronti di gay et similia.
Su input del Comune, due scuole elementari cagliaritane stanno mettendo a punto un “progetto sperimentale” di educazione a sedicenti “cinque generi sessuali”. Che sarebbero, secondo Pd e Sel, oltre a uomini e donne – grazie di averli ‘lasciati’ – gli omosessuali, i bisessuali e i transgender.
Non basta, perché secondo le associazioni gay invece, i ‘generi’ sarebbero addirittura ’23′. Oltre ai due normali e ai tre aggiunti anche i trans, i transessuali, gli intersex, gli androgini, gli agender, i crossdresser, i drag king, i drag queen, i genderfluid, i genderqueer, gli intergender, i neutrois, i pansessuali, i pan gender, i third gender, i third sex, le sistergirl e i brotherboy. Insomma, prima i malati mentali li curavano, oggi li assecondano...
Daniele Caruso, segretario provinciale de “La Destra”:”Se è una forzatura l’educazione sessuale di giovani menti che al sesso ancora non pensano per natura, inculcargli l’esistenza di “generi sessuali” che tali non sono, è per noi una forma di violenza psicologica che viola l’innocenza dei nostri figli per piegarla a ripugnanti interessi ideologici e propagandistici, con “progetti sperimentali” sui nostri figli”- http://voxnews.info/2014/02/09/cagliari-alle-elementari-si-insegnera-ad-essere-trans/
Legge antigay in Russia, Obama e Biden ignorano le Olimpiadi di Sochi
Nessun funzionario americano di alto profilo presenzierà ai Giochi. Due atlete omosessuali faranno parte della delegazione, tra cui l'ex campionessa di tennis Billie Jean King
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, non assisterà alle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia, e nemmeno il suo vice, Joe Biden, partirà per presenziare ai Giochi. Al loro posto, a guidare la delegazione americana alla cerimonia d'inaugurazione, sarà l'ex segretario per la Sicurezza interna e attuale presidente dell'Università della California, Janet Napolitano. Nessun alto funzionario farà parte della delegazione: un segnale chiaro di opposizione alle leggi contro l'omosessualità volute dal presidente russo Vladimir Putin. Faranno invece parte della delegazione l'ex tennista Billie Jean King e la giocatrice di hockey su ghiaccio Caitlin Cahow, entrambe omosessuali. "La delegazione statunitense ai Giochi olimpici rappresenterà la diversità propria degli Stati Uniti" ha detto Shin Inouye, portavoce della Casa Bianca, a BuzzFeed. "Tutti i membri della delegazione si sono distinti per i risultati ottenuti al servizio del governo, a difesa dei diritti civili e nello sport"...continuahttp://america24.com/news/legge-antigay-in-russia-obama-biden-ignorano-le-olimpiadi-di-sochi
Contro l'"omofobia" o contro la libertà di pensiero?
Tra i primi disegni di legge presentati nella nuova legislatura spicca quello per la criminalizzazione dell’omofobia: è stato depositato poche settimane fa alla Camera, supportato dalle firme di più di duecento deputati, le prime delle quali sono quelle di Scalfarotto (Pd), Tinagli (Scelta Civica), Zan (Sel), Chimienti (Movimento 5 Stelle). I proponenti non negano ovviamente che violenze omofobe possano già essere punite in base alle leggi vigenti, ma osservano che tale punibilità, ove non si prevedano ulteriori specifiche norme penali, ha poca visibilità simbolica e non risponde adeguatamente alle istanze che hanno portato l’Unione Europea, già da molti anni, a proclamare una “Giornata internazionale contro l’omofobia” (che ricorre il 17 maggio) e a richiedere a tutti i Paesi europei forti iniziative in tal senso. Se, come ha detto il presidente Napolitano lo scorso maggio in un importante discorso, «il contrasto all’omofobia deve costituire un impegno fermo e costante non solo per le istituzioni, ma per la società tutta» è più che ragionevole –si dice da parte dei fautori del disegno di legge – che il Parlamento italiano rafforzi la nostra legislazione e la adegui a quella dei tanti Paesi europei che già si sono mossi in questo senso.
Non tutti ne sono convinti. Molti - anche su queste colonne lo si è scritto più volte – pensano che questo progetto di legge sia superfluo, ricordando che il nostro ordinamento giuridico proibisce severamente ogni aggressione all’ integrità fisica e morale delle persone e che sono già previsti nel nostro codice come aggravanti i “motivi abietti”, quelli che stanno alla base delle violenze e delle aggressioni omofobe. Accanto a questo argomento, inoppugnabile, ne viene avanzato anche un altro e, a mio parere, di maggior rilievo. Se approvata, la nuova normativa contro l’omofobia metterebbe in pericolo la libertà di espressione, di ricerca scientifica e di religione: e questo perché qualsiasi giudizio critico che qualifichi come innaturali tutte le pratiche non eterosessuali potrebbe essere qualificato come omofobo e diventare l’occasione per aggredire penalmente chi lo avesse formulato. Si tratta di un’obiezione particolarmente pesante, perché mette in gioco né più né meno che il rispetto dei valori fondanti di una società libera come la nostra.
È indubbio che della forza di questa obiezione i promotori del disegno di legge sembra che siano ben consapevoli. La fronteggiano infatti, ed esplicitamente, nella relazione introduttiva all’ articolato, osservando che ciò che si vuole sanzionare con il loro disegno di legge non sono idee, ma «condotte», specifiche e puntuali, tali da tradursi nell’istigazione a commettere vere e proprie violenze. E per non lasciare equivoci, essi scrivono che non solo non si intende sanzionare opinioni fondate e argomentate, ma nemmeno «mere» opinioni, «quand’anche esse esprimano un pregiudizio».
Sono sufficienti queste dichiarazioni per fugare le perplessità? No. Da più parti si sottolinea che potrebbe essere denunciato come istigazione all’omofobia anche il semplice definire «perversione» l’omosessualità (utilizzando un’espressione oggi desueta, ma condivisa fino a pochi anni fa da decine di studiosi di psicopatologie sessuali) o il qualificarla «peccaminosa» (come fece, venendo poi sanzionato, un pastore luterano svedese dal pulpito della sua chiesa). Il nocciolo del problema quindi è piuttosto spinoso. È indubbio che alla convinzione diffusa e sacrosanta che ritiene intollerabile ogni forma di discriminazione sociale contro gli omosessuali, si accompagni da parte di molti militanti di movimenti gay la pretesa di squalificare ideologicamente e reprimere giuridicamente ogni forma di indagine antropologica, psicologica, filosofica, religiosa a carico dell’omosessualità stessa. È una pretesa indebita e inaccettabile, che può arrivare a sostenere che chi si dichiara contrario alle nozze gay va ritenuto oggettivamente un omofobo.
Se i firmatari del disegno di legge contro l’omofobia sono davvero convinti che le «opinioni» devono restare libere e insindacabili, «quand’anche esse esprimano un pregiudizio», basta, per intanto che facciano una cosa: introducano nel disegno di legge un articolo di legge, nel quale si riconosca senza la possibilità di alcun equivoco l’insindacabilità giudiziaria di qualsiasi giudizio, antropologico, psicologico, religioso, pur se severamente critico, sugli stili di vita omosessuali; affermino che oltre che le pratiche materialmente violente, solo l’istigazione alla violenza contro gli omosessuali e alla loro discriminazione sociale potrà essere punibile: ma niente di più.
In buona sostanza, si tratta di estendere all’omosessualità la “clausola di garanzia” che è implicitamente in vigore negli stati liberali moderni per gli stili di vita eterosessuali, anche nelle loro forme estreme. Non ho il diritto di incitare chi mi ascolta a far perire tra le fiamme chi vive da libertino (come il Don Giovanni di Mozart), ma ho l’assoluto diritto di criticare il libertinismo sessuale, anche con le parole più dure, senza essere accusato di «sessuofobia». Tutto qui. Se dietro il dibattito sulla repressione dell’omofobia non si innestano atteggiamenti ideologici e soprattutto anticlericali, lo si dimostri. http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/contro-omofobia-o-contro-liberta-di-pensiero-d-agostino.aspx
Rifiuta un bacio in bocca da un uomo, Will Smith etichettato “omofobo” VIDEO
La follia non ha limiti. Mentre la gente va al mare, vogliono far passare in Italia una legge che renda illegale la c.d. “omofobia” e, se la legge dovesse passare, si rischiano anni di carcere se si viene giudicati “omofobi”. Il problema è che “omofobo” ha un significato molto lato: se dici, ad esempio, che in natura la madre è donna e il padre è uomo, non sei normale, sei omofobo.
Ma questo è solo l’inizio. I portavoce degli omosessuali hanno etichettato come “omofobo e bigotto” anche Will Smith. La sua colpa? Aver respinto un omosessuale che voleva baciarlo contro la sua volontà.
Una volta era sbagliato tentare di baciare qualcuno se quel qualcuno non voleva ma i tempi cambiano e la gente che prende il sole non se ne accorge.
Secondo gli omosessuali, se un gay ti vuole baciare, lo devi lasciar fare perché altrimenti sei omofobo. E dato che fra un po’ l’omofobia sarà illegale, magari ci ritroveremo ad assecondare le avances degli omosessuali per non rischiare il carcere. Bella prospettiva, vero spiaggianti?
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Il silenzio Per il Ministro Valls puoi essere cattolico
fintanto che la tua Fede sia inferiore alla fede
laicista nello Stato
Alcuni esempi di "Condivisione dei Valori Repubblicani":
La follia omicida e il sadico compiacimento dei rivoluzionari
francesi per lestragi dei dissidenti politici
Parigi – E’ di pochi giorni fa la notizia data dal ministro dell’interno francese Manuel Valls per cui il governo d’oltralpe si appresta a tenere sotto osservazione alcuni gruppi sospetti di “patologia religiosa”, cioè gruppi – sono parole del Ministro – che mostrano di voler vivere “separatamente dal mondo moderno”. Tra questi gruppi vi è anche quello di ispirazione cattolica (Civitas) che sarebbe sotto osservazione in quanto “movimento politico ispirato alla legge morale naturale e alla dottrina sociale della Chiesa…” come già diramato da "Libertà e Persona" dello scorso 22 Dicembre.
Civitas perseguitata Difende Cristo e attacca i matrimoni gay
Come ha detto Valls, queste misure rigorose valgono non solo per i radicali musulmani, ma anche per i gruppi come "Civitas". Il mese scorso Civitas ha organizzato a Parigi un’azione di protesta contro i matrimoni omosessuali, durante la quale i manifestanti hanno attaccato le "Femen" francesi e ucraine, che si erano travestite da suore. Come riportato ne "La Voce della Russia" dello scorso 18 Dicembre.
Tradizionalisti Francesi: Che pazzi!
Tra i gruppi sospetti di “patologia religiosa” vi sono ebrei ortodossi, musulmani, oltre che – come detto – l’organizzazione cattolica Civitas: “movimento politico ispirato alla legge morale naturale e alla dottrina sociale della Chiesa impegnato nell’affermazione della regalità sociale di Cristo”. Le sue proteste politiche (con evidente riferimento alle manifestazioni contro la “homofolie”) sarebbero secondo il ministro “al limite della legalità”; sicché ogni eccesso sarà minutamente registrato, perché il governo possa difendere la propria opera dinnanzi ad un tribunale, qualora l’organizzazione venga sciolta (excusatio non petita). Insomma, quali esempi di “religiosi patologici”, Valls mostra quei gruppi che "vogliono vivere separatamente dal mondo moderno” (dobbiamo dunque aspettarci una crisi diplomatica con gli USA, colpevoli di tollerare sul loro territorio i pericolosissimi gruppi amish?).
Libetà, Uguaglianza, "Fratellanza" Il grande inganno
Nel contesto di questo provvedimento governativo c’è anche l’istituzione di un “Osservatorio Nazionale sulla Laicità”, come annunciato lo scorso 9 Dicembre (anniversario della promulgazione delle leggi anticlericali del 1905) dal presidente Francois Hollande, per promuovere la politica francese e trasmettere la “morale laica”, anche garantendole un posto di dignità nella scuola. Chiosa il Ministro Vincent Pellion che essa "è riconoscere ciò che è giusto e distinguere il bene dal male" (orwelliana memoria? O echi dal paradiso terrestre?), e che "la laicità non è semplice tolleranza (…) essa è un insieme di valori che noi dobbiamo condividere". Essi infatti comprendono la fratellanza e l’eguaglianza, dirette sorgenti del rifiuto della violenza.
Rivoluzione Francese Esempi di Condivisione di Valori Repubblicani
Ci si permetta, a complemento delle citazioni ministeriali, di citare dal libriccino di divulgazione storica di un accademico di Francia del secolo scorso, Pierre Gaxotte, "La Rivoluzione Francese", alcuni esempi di condivisione dei valori repubblicani, oggi solennemente riaffermati dall’attuale governo socialista. (dalla giornata del 10 Agosto 1792): "Il castello, senza difensori ormai, fu occupato. Quasi tutto il personale, compresi gli sguatteri, fu passato per le armi. (…) Alcuni uomini del castello furono gettati vivi dalle finestre e impalati in cima alle picche. Altri furono fatti a brandelli. I loro nudi corpi furono ammucchiati sul selciato e arrostiti come costolette".
Punizione per la Rivolta Monarchica di Lione 1793
(dalla "Punizione per la rivolta monarchica di Lione" nel 1793): "Il 4 Dicembre, sessantaquattro giovani, legati due per due, furono allineati entro trincee parallele, destinate alla loro sepoltura. Di fronte, i cannoni dell’esercito rivoluzionario. Su una strada, i rappresentanti… A un loro segnale, le micce vennero accese ai pezzi, e la massa dei condannati si abbatté come una pesante messe. La maggior parte erano soltanto feriti. Alcuni soldati li finirono a colpi di spada. (…) Qui proviamo intime soddisfazioni, "solide gioie” ( mandavano a dire a Parigi Collot e Fouché ). E aggiunse uno dei loro aiutanti, Achard, all’amico Gravier: “Ancora teste! Ogni giorno cadono teste! Che delizia avresti provata se avessi visto, l’altroieri, la giustizia nazionale abbattersi contro duecentonove scellerati!".
Punizione per la Rivolta Vandeana dell'Inverno 1793-1794
(dalla "Punizione per la rivolta vandeana dell’inverno" – 1793-94): "Ad Angers una commissione fece fucilare milleottocentonovantasei prigionieri disposti in otto catene, ai quali se ne aggiunsero altri duecentonovantadue, che furono condotti a morte a suon di musica, tra due file di soldati. A Nantes comandava il Convenzionale Carrier. (…) Un giorno, a tavola, dopo aver detto che la Francia non poteva più nutrire la popolazione troppo numerosa, e che quindi il solo mezzo di risolvere il problema era quello di sterminare i preti, i nobili ed i borghesi, egli si esalta, si alza ed urla: “Uccidi! Uccidi!”, come se già comandasse l’esecuzione del proprio piano. (…) “Faremo diventare la Francia un cimitero, piuttosto che rinunciare a rinnovarla a nostro modo” (…) Un’altra volta ancora (…) dopo l’esecuzione di ventisette abitanti di San Paolo, uno dei giurati, che conduceva due donne a teatro, passò sul rigagnolo dove scorreva il sangue delle vittime: vi immerse una mano e, facendo sgocciolare il liquido lungo le dita: “Com’è bello!”, esclamò”. Dicevamo… chi erano i malati?
Franciscus Petragrammuli - Associazione Culturale La Torre
associazionelatorre.com
Vescovo messicano: "L'omofobia è una malattia". A maggio aveva battezzato la figlia di una coppia lesbica (FOTO)
AP / Scott Sady
"Le persone che dicono che gli omosessuali sono malati sono loro stesse malate", queste le parole del vescovo cattolico Raul Vera Lopez di Saltillo, in Messico, in un'intervista rilasciata a El Pais.
Lopez, che si è occupato spesso della comunità gay cercando anche di mediare con le istituzioni governative, ha continuato: "La Chiesa ha bisogno di venire a loro non con la condanna, ma con il dialogo. Non possiamo annullare la ricchezza di una persona solo a causa del suo orientamento sessuale. Ciò è malato, senza cuore e privo di buon senso".
Il vescovo messicano aveva attirato l'attenzione dell'opinione pubblica già nel mese di maggio quando aveva celebrato un battesimo pubblico di tre figli, uno dei quali era la figlia di una coppia lesbica sposata. Ha spiegato: "Se trovo la figlia naturale di una delle due donne, come posso negare il battesimo? Se i genitori lo desiderano, è perché hanno una fede cristiana ". Per avvalorare la propria tesi il vescovo ha ripreso un estratto della posizione di Papa Francesco sul tema dell'omosessualità affermando che " Il Papa ha lo stesso atteggiamento come ha fatto Cristo"... Fonte
Sono 41 in Europa le leggi contro la libertà religiosa dei cristiani
Massimo Introvigne illustra i provvedimenti che nel Vecchio Continente mettono a repentaglio l’obiezione di coscienza di cristiani su aborto, pillole, matrimoni gay, scuola e famiglia tratto da Zenit.org – Crescono le discriminazioni legali e amministrative contro i cristiani in Europa. Lo afferma una nota del sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa istituito dal Ministero degli Esteri, che interviene in occasione della conclusione a Tirana della conferenza dell’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) in materia di non discriminazione, e della presentazione oggi a Vienna del rapporto dell’Osservatorio dell’Intolleranza e discriminazione contro i cristiani, con cui l’Osservatorio italiano ha collaborato, sulle discriminazioni legali contro i cristiani in Europa.
«Abbiamo contato in Europa 41 leggi suscettibili di influire negativamente sulla libertà religiosa dei cristiani in 15 Paesi, tra cui non c’è fortunatamente l’Italia. Si segnalano anche nei tribunali europei nel corso del 2012 169 casi di sentenze che abbiamo giudicato pericolose per la libertà dei cristiani».
«Le aree più pericolose – afferma Introvigne – sono quelle dei limiti all’obiezione di coscienza di cristiani che non vogliono collaborare all’aborto, alla vendita di pillole abortive o alla celebrazione di matrimoni omosessuali; alla libertà di predicazione attraverso un uso improprio delle leggi contro il cosiddetto “discorso di odio”; alla libertà della scuola confessionale e alla limitazione della libertà di educazione dei genitori; alle limitazioni nell’uso di simboli religiosi».
Inoltre – prosegue il sociologo – il 74% dei cristiani europei pensa di essere più discriminato rispetto alle persone di altre fedi o agli atei, il 71% pensa che i media in genere non rispettino i cristiani, e il 61% ritiene che i cristiani siano discriminati sui luoghi di lavoro». «Certo – conclude Introvigne – sarebbe sbagliato mettere sullo stesso piano la violenza omicida contro i cristiani in alcuni Paesi dell’Africa e dell’Asia e le discriminazioni legali e amministrative in Europa. Ma in materia di libertà religiosa vige la logica del piano inclinato. Dove la discriminazione diventa normale il passaggio alla violenza non è mai lontano». http://www.tempi.it/sono-41-in-europa-le-leggi-contro-la-liberta-religiosa-dei-cristiani#.Vi2U9_6FOUn