Polonia. Esisteva una prigione segreta della Cia, ora ci sarebbero le prove
Secondo le ultime informazioni confermate da alcuni funzionari polacchi esisterebbe in Polonia una prigione segreta della Cia. Qui i detenuti sarebbero stati torturati coerentemente con la strategia americana della guerra al terrore.
-D.C.-2 aprile 2012- Alcuni funzionari del governo polacco avrebbero rivelato delle verità scomode circa l'attività delle agenzie americane in Polonia. Il capo dei servizi segreti di Varsavia, tale Zbigniew Siemiatkowski, sarebbe stato incaricato di prendere parte all'organizzazione di una prigione segreta della Cia in un luogo remoto della Polonia. Qui diversi prigionieri sarebbero stati portati in segreto per essere torturati, si tratterebbe quasi certamente di personaggi collegabili al terrorismo internazionale contro i quali gli Usa hanno deciso di rispondere con una vera e propria guerra globale. Siemiatkowski non ha voluto commentare la vicenda, appellandosi alle leggi che proteggono la divulgazione di dati segreti, tuttavia non ha nemmeno negato la voce. Per la verità voci riguardo a una prigione della Cia in territorio polacco circolavano ormai da anni, ma le autorità del Paese le avevano sempre dipinte come assurde. Le Nazioni Unite e il Consiglio Europeo però, da tempo hanno insisito sull'esistenza di questa prigione per via di diverse prove in grado di dimostrarlo. In teoria l'indagine nata per investigare sulla presenza di una prigione segreta della Cia in Polonia iniziò nel 2008, e ci vollero ben tre anni di indagini per far emergere le prove della sua esistenza. Presumibilmente una struttura adibita a interrogatori segreti doveva esistere in località Stare Kiejkuty, un piccolo villaggio polacco, dove dal dicembre 2002 fino al 2003, sarebbero stati portati prigionieri di guerra deprivandoli della loro libertà e permettendo le punizioni corporali. Due prigionieri provenienti dal "lager" di Guantanamo, Abd al-Rahim al -Nashiri e Abu Zubaydah, sarebbero stati tenuti prigionieri nel misterioso sito di detenzione polacco, e secondo i pubblici ministeri polacchi avrebbero ottenuto anche la qualifica di "vittima". Tra gli altri supposti detenuti ospitati nella struttura ci sarebbe anche un uomo autoproclmatosi una delle menti dell'11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed. Secondo la Fondazione per i Diritti Umani di Helsinki, almeno otto detenuti sarebbero stati inviati come "consegna straordinaria" in Polonia, solo per venire torturati. In Polonia sarebbero state usate tecniche di tortura come il famoso waterboarding, l'inedia, il raffreddamento del corpo, e persino le finte esecuzioni, un metodo quest'ultimo largamente utilizzato dai nazisti nella Seconda Guerra Mondiale. La tortura ovviamente è assolutamente vietata in Europa, Polonia inclusa. Se venisse provato che in Polonia alcuni detenuti sarebbero stati torturati in una prigione segreta della Cia con il placet di Varsavia, ecco che la questione potrebbe essere portata davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani. Il Primo Ministro polacco Donald Tusk avrebbe comunque vestito il ruolo della vittima sostenendo che la Polonia sarebbe una "vittima politica" dei piani americani. " La Polonia è un paese dove la legge nazionale e internazionale deve essere rispettata", ha detto il Pm polacco che segue l'inchiesta ai microfoni di Russia Today. Quella in Polonia sarebbe però solamente uno dei cosiddetti "black sites", ovvero siti di detenzione assolutamente segreti. Altri sarebbero stati resi funzionantin in Afghanistan, Lituania, Romania e Thailandia. La Lituania è stato il primo paese in Europa ad ammettere di aver permesso alla Cia di costruire ben due campi di detenzione segreta nel periodo 2002-2006. Nel novembre 2011 la Lituania ha anche subito un processo per aver ospitato una prigione segreta dopo che il prigioniero Abu Zubaydah avrebbe accusato di essere stato torturato e detenuto proprio in Lituania. Fonte
INDAGAVA SU FUGHE DI NOTIZIE SULLA MORTE DEL PRESIDENTE Si spara in diretta durante conferenza stampa, choc in Polonia
Sembra la scena di un film ma è tutto vero. Avrebbe tentato il suicidio , sparandosi al termine di una conferenza stampa, il colonnello Mikolaj Przybyl, vicecapo della procura militare di Poznan.
L’uomo è coinvolto nello scandalo relativo all’inchiesta sull’incidente aereo del 2010, durante il quale perse la vita il presidente Lech Kaczynski.
Il militare alla fine della conferenza avrebbe chiesto ai giornalisti una pausa di 5 minuti, durante la quale si sarebbe spostato dietro le telecamere all’interno della sala stampa. Fonte
"Per un paese piccolo come il nostro questo è stupefacente. Vedo che CI STIAMO COMPRANDOMANHATTAN, L'UNGHERIA, LA ROMANIA E LA POLONIA. E a mio modo di vedere non abbiamo problemi. Grazie al nostro talento, i nostri contatti e il nostro dinamismo, otteniamo tutto, ovunque."
Last edited by ComplottoGiudaico; 02-28-2011 at 03:41 AM.
Rabbino Yitzhak Shapiro
Primo Ministro Polacco: il Museo di Storia degli ebrei polacchi è una 'priorità'
da: Joseph Byron
PARIGI (EJP) --- Il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto francese eminenti personalità che la costruzione di un Museo di Storia degli ebrei polacchi di Varsavia costituisce una priorità per il suo governo. Tusk ha incontrato la settimana scorsa al ambasciata polacca a Parigi con i membri del Consiglio di Amministrazione della Associazione Europea del Museo di Storia degli ebrei polacchi . Tra questi, sopravvissuto di Auschwitz ed ex ministro e presidente del Parlamento europeo Simone Veil, ex primo ministro Jean-Pierre Raffarin, ex Presidente della Commissione europea Jacques Delors e internazionali avvocato Samuel Pisar. Corinne Evens, presidente dell'associazione, e Maurice Bidermann, ha partecipato anche alla riunione. Hanno accolto con favore l'apertura di un tale dialogo con le autorità polacche. Il primo ministro polacco ha parlato di impegno finanziario del suo paese a favore del museo la cui costruzione lavori iniziati nel mese di giugno a Varsavia sul sito del vecchio Ghetto. Tusk ha inoltre insistito sulla "impegno intellettuale e storico" del suo governo e della "nuova Polonia" che egli rappresenta. Ha anche confermato la dimensione europea e internazionale del progetto la cui realizzazione, ha detto, sarà fatto con tutti i "fiduciari" della Storia degli ebrei della Polonia al fine di creare le basi di fiducia reciproca. L'associazione ha sottolineato che una forte volontà di lavorare insieme in vista della realizzazione di questo grande progetto è stato chiaramente affermato durante l'incontro. Il Museo, che è dedicato a preservare l'eredità perenne della vita ebraica in Polonia e della civiltà creata dagli ebrei polacchi nel corso di un millennio, aprirà le sue porte nel 2012. Circa 3,5 milioni di ebrei vivevano in Polonia prima dell'Olocausto, la più grande popolazione ebraica in Europa.
Radio Maryja e l'imbarazzo del Vaticano
L'emittente di Rydzyk, antisemita e razzista, fa nascere un caso diplomatico con la Polonia.
di Alcide Gonella
Tadeusz Rydzyk.
[...] L'accusa a Radio Maryja: antisemitismo e odio razziale
L’incidente con il governo polacco e la conseguente nota diplomatica di protesta indirizzata al Vaticano aveva avuto un segnale anticipatorio quando nel maggio scorso il Krajova rada radiofonii i telewizj (Krrit), il locale Consiglio nazionale delle comunicazioni, ha deciso di aprire un’inchiesta contro Radio Maryja. CONTRO EBREI E STRANIERI.L’accusa? Nel corso di due trasmissioni dell’emittente ultraconservatrice sono stati rivolti attacchi razzisti. A scatenare le polemica è stata prima un’intervista a Jan Kobylanski, emigrato e presidente dei polacchi in America latina, un ricco uomo d’affari che ha affermato che nel governo e nel parlamento di Varsavia ci sarebbero meno del 30% di polacchi veri. Quali sarebbero le altre nazionalità per il businessman? Ovviamente gli ebrei. L'altro casus belli è stato l’affondo condotto da Stanislaw Michalkiewicz, avvocato e giornalista ben conosciuto nel Paese che ha dato i natali a Giovanni Paolo II. Questa volta vittima dell’attaco via etere è Adam Michnik direttore di Gazeta Wyborcza, il più importante e autorevole quotidiano polacco. L’accusa? Ovviamente una vaneggiata solidarietà razziale verso gli ebrei... continua
Ebrei Polacchi:
1. Leszek Balcerowicz - Aaron Bucholtz 2. Jan K. Bielecki - Izaak Blumenfeld 3. Bolesław Bierut - Rotenschwanz 4. Marek Borowski - Szymon Berman - jego wuj - Jakub Berman 5. Stefan Bratkowski - Blumstejn 6. Ryszard Bugaj - Izaak Blumfeld 7. Zbigniew Bujak - lewy syn rabina Małachowskiego 8. Wiesław Chrzanowski - Szymon Knopfstejn 9. Włodzimierz Cimoszewicz - Dawid Goldstein 10. Józef Cyrankiewicz - Izaak Cymerman 11. Ludwik Dorn - Dornbaum 12. Lech Falandysz - Aaron Fleischman 13. Arkady Fidler - Efroim Trusker 14. Władysław Frasyniuk - Rotenschwanz 15. Bronisław Geremek - Berele Lewartow 16. Hanna Gronkiewicz-Waltz - Haka Grundbaum 17. Piotr Ikonowicz - Dawid Goldsmith 18. Henryk Jabłoński - Apfelbaum 19. Jarosław i Lech Kaczyńscy - Kalkstein 20. Jan Kobuszewski - Weisleder 21. Grzegorz Kołodko - Samuel Hanerman 22. Janusz Korczak - Henryk Goldszmit 23. Janusz Korwin-Mikke - Ozjasz Goldberg 24. Mikołaj Kozakiewicz - Jakub Kleinman 25. Marian Krzaklewski - Dawid Zimmerman 26. Jacek Kuroń - Icek Kordblum 27. Aleksander Kwaśniewski - Izaak Stoltzman 28. Jolanta Kwaśniewska -Konty - Kohn 29. Janusz Lewandowski - Aaron Langman 30. Olga Lipińska - Fajga Lippman 31. Aleksander Małachowski - Jakub Goldsmith 32. Tadeusz Mazowiecki - Icek Dikman 33. Adam Michnik - Aaron Szechter 34. Leszek Moczulski - Robert Berman 35. Karol Modzelewski - Samuel Mendel 36. Stefan Niesiołowski - Aaron Nusselbaum 37. Piotr Nowina-Konopka - Haim Kromer 38. Andrzej Olechowski - Mosze Brandwein 39. Józef Oleksy - Szymon Buchwio (Łemek) 40. Jan Olszewski - Izaak Oksner 41. Janusz Onyszkiewicz - Jojne Grynberg 42. Jan Parys - Haim Pufahl 43. Mieczysław Rakowski - Mojżesz Rak 44. Jan Maria Rokita - Izaak Goldwicht 45. Jan Rulewski - Fikelman 46. Rutkowski - Botwin 47. Krzysztof Skubiszewski - Szymon Schimel 48. Zenon Smolarek - Izaak Zimmerman 49. Jerzy Stuhr (aktor) - Josek Feingold 50. Hanna Suchocka - Haka Silberstein 51. Wiesława Szymborska - Rottermund 52. Jerzy Urban - Josek Urbach 53. Mieczysław Wachowski - Jakub Windman 54. Lech Wałęsa - Lejba Kohne 55. Janusz Zaorski - Jakub Bauman 56. Andrzej Zoll - Rojeschwanz, b. prezes Tryb. Konst.
La Polonia è a tutti gli effetti uno stato Giudaico, come la Francia di Sarkozy, gli Stati Uniti e la loro Israele. Il resto d'europa è governata sempre da loro ma il potere che hanno in queste 4 Nazioni è totale perchè oltre che inseriti in Economia sono al vertice in Politica.
Martedì 20 aprile, 2010
Il ragazzo che ha filmato i colpi sparati contro il disastro aereo polacco è stato ASSASSINATO
Grazie per il testa a testa sole "L'autore del video visto da tutti, ormai è stato accoltellato vicino Kijow il 15/4/2010 e trasportato in condizioni critiche all'ospedale di Kijow. Il 16/4/2010 tre individui non identificati lo scollegato dal sistema di supporto vitale e lo colpiscono ancora 3 volte. Andrij è stato dichiarato morto nel pomeriggio. Il governo russo afferma che è stata una coincidenza. "
Collegamento Un nuovo film è stato rilasciato con una certa traduzione in inglese vedi sotto!
“l'internazionale ha deciso che la rivoluzione ebrea inizi in Russia...e comincerà...”
“e non c'è per noi una buona opposizione per essa...”
“la rivolta inizierà con l'ateismo e la depredazione di tutte le ricchezze, si comincerà a contradire la religione ed a distruggere le chiese e trasformarle in depositi”.
“Riempiranno il mondo di sangue, gli ebrei cambieranno la Russia nell'anarchia, l'ebreo e il suo collaboratore e la maledizione contro il russo, si prevede una spaventosa e colossale rivoluzione, che farà tremare tutte le monarchie sul pianeta, ma per questo serviranno 100 milioni di teste....in tutto il mondo sarà versato sangue”.
DIARIO DAL WEB - É giallo sulla morte del presidente polacco Lech Kaczynski. Nella cabina di pilotaggio del Tupolev 154 caduto il 10 aprile scorso a Katyn, in Russia, causando la morte del presidente e degli altri 95 passeggeri, c’erano due estranei... Uno dei commenti scritti su questo articolo, "Il 7 Giugno 2010 alle 21:26 valentine0737 ha scritto:
Sono polacca e so che cosa qui succede.Questo non era colpa del pilota!! Cari italiani colleghi questo non era l’incidente, soltanto un attentato!! Il Primo ministro Tusk ha restituito l’investigazione ai russi e ha venduto i polacchi a Putin. Tusk è un agente! Ha venduto cantieri navali e fa cosa che…hanno organizzato l’attentato e hanno ucciso i veri polacchi. Questo è il contratto tra Russia e Germania per derubare e distruggere la Polonia"
Era coinvolto nel disastro aereo in cui morì il presidente Kaczynski.
Il primo ministro polacco Donald Tusk.
Il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato le dimissioni del ministro della Difesa Bogdan Klich, in seguito alle conclusioni della commissione d'inchiesta sull'aereo precipitato nell'aprile 2010 a Smolensk, in Russia, con a bordo l'allora presidente Lech Kaczynski. LE CAUSE DELL'INCIDENTE.Secondo la commissione polacca che indaga sulle cause dell'incidente, le informazioni errate e non complete fornite dal personale russo dell'aeroporto russo di Smolensk nonché l'insufficiente preparazione tecnica dello scalo sono state fra le cause della sciagura aerea del 10 aprile 2010 nella quale morì il presidente polacco Lech Kaczynski, sua moglie Maria e altre 94 persone. FACILITARE LE RIFORME. Nella sua lettera di dimissioni Klich, facendo riferimento al rapporto, ha spiegato che e le strutture amministrative dell'aeronautica militare devono essere sottoposte alle necessarie riforme che, con la proprie dimissione, il ministro ritiene di rendere più facili e veloci. Secondo la Commissione l'incidente è stato causato fra l'altro da errori e omissioni nell'organizzazione dei voli e nell'addestramento dei piloti. Il nuovo ministro della difesa polacco sarà Tomasz Siemioniak, l'attuale vice ministro degli Interni.
Venerdì, 29 Luglio 2011
ELEZIONI
Walesa sprona la Polonia "Kaczynski è pericoloso"
Per il candidato liberale: "Bronislaw Komorowski è ragionevole, sensibile, aperto al compromesso, È perfettamente adatto all'età contemporanea". Varsavia, oggi il voto per il nuovo presidente
dal nostro inviato ANDREA TARQUINI
Lech Walesa (vero nome Lejba Kohne) DANZICA - Ancora una volta la scelta dei polacchi deciderà il futuro della "nuova Europa". Alle elezioni presidenziali di oggi - convocate dopo la morte il 10 aprile del capo dello Stato, Lech Kaczynski, nella sciagura aerea di Smolensk - si sfidano le due anime del paese. La Polonia moderna, europeista, di Bronislaw Komorowski, candidato del partito liberale del premier Donald Tusk, e quella nazionalconservatrice ed euroscettica di Jaroslaw Kaczynski, gemello del presidente defunto. I sondaggi favoriscono Komorowski, ma il duello è carico di suspence. A parlarne con Repubblica è il padre della rivoluzione democratica, Lech Walesa, ex capo dello Stato e Nobel per la pace. Signor Walesa, quali saranno le priorità del nuovo presidente? «Rispetto ai miei tempi, le cose sono cambiate. Quando mi candidai io, per contava la nostra lotta, contrastare gli attacchi dei comunisti. Ora tutto ciò è passato, e la cosa più importante è cercare l'accordo, risolvere i problemi a casa, aiutare a stabilire l'ordine in ogni campo della vita, nel quadro del ruolo costituzionale del presidente». Da presidente quali furono i suoi momenti più difficili? «Non farsi "abbattere" dai comunisti. Non accettavano di aver perso, cercavano argomenti per il contrattacco. Era come navigare tra gli scogli, salvare la nave il più a lungo possibile». Adesso lei ha un suo candidato? «Sì, l'ho avuto sin dall'inizio, perché secondo me questo è il tempo del dialogo, del compromesso, della comprensione reciproca e dell'accordo, anche se non a ogni costo. Per questo scelgo gente all'altezza dei compiti attuali. Komorowski è un uomo così. È ragionevole, sensibile, è l'uomo del compromesso e del dialogo, è perfettamente adatto all'età contemporanea. Kaczynski, sento dire, è riconosciuto come uno dei candidati principali. È un uomo che sta cambiando, ma nel modo che piace a lui, non come la gente vorrebbe che cambiasse. È capriccioso, volatile, e ciò è altamente pericoloso, non sperimentato, imprevedibile. Non possiamo appoggiare una via instabile come questa» Cioè lei non crede nella nuova immagine "soft" di Kaczynski? «È l'immagine adatta alla situazione del momento, ma non possiamo mettere in pericolo la Polonia in questo modo. Devi appoggiare scelte o proposte affidabili, quando metti in mano a qualcuno il tuo futuro». Non teme che la tragedia di Smolensk influenzi i risultati elettorali? «È ovvio che li influenzerà. E ciò non è bene perché non si parla più dei programmi dei candidati; e questo getta un'ombra sull'obiettività della consultazione». Lei conosce entrambi i candidati. Qual è la più grande differenza tra loro? «Prima che Lech Kaczynski fosse eletto io dissi che i Kaczynski sono una disgrazia, ovunque vadano. Se vogliamo la felicità non possiamo permetterci di votare per Kaczynski, perché lui è un uomo seguito dalle disgrazie. Quando Napoleone nominava generali, chiedeva loro: "Lei è un uomo fortunato?". Se la risposta era no, lui replicava "allora non sarà mai un generale". Credo che questa regola debba essere applicata anche qui». Lo scontro è tra due idee di Polonia? «C'è gente come quella di PO (il partito del premier e di Komorowski, ndr), ragionevole, aperta, che nell'èra digitale cerca soluzioni e la loro realizzazione. E altra che punta su popolarità, demagogia, usa la difficoltà delle riforme e il prezzo che esse richiedono.Questo secondo gruppo è a caccia di traditori, agenti, ebrei: vogliono costruire la loro immagine così. Dicono di essere stati derubati e traditi. Kaczynski, e Rydzyk, inteso come politico, non come prete (il fondatore dell'integralista Radio Maryja), in questo sono i più bravi. Abusano con cinismo dei più bassi istinti umani. Ecco perché questa guerra tra due Polonie è così nefasta: gente ragionevole contro paranoici e perdenti, che vogliono far credere di essere stati traditi e ingannati». Qual è il rimedio? «Il tempo ci guarirà, ci mostrerà quant'era brutto questo scontro. In ogni società ci sono dal 2 al 5 per cento di paranoici, ma purtroppo in Polonia sono organizzati, per questo la partita ha tale aspetto». L'esito del voto polacco pesa per Europa, Usa, Russia? «Il punto è tenere quel 2-5 per cento lontano dal potere, perché altrimenti è pericoloso. Sapendo che il fenomeno esiste ovunque, l'esempio polacco può mostrare come affrontarlo». Crede in una riconciliazione polacco-russa? «Siamo destinati a coesistere, Dio ha fatto sì che, volenti o nolenti, dobbiamo fare l'uno verso l'altro le cose giuste. Tra due litiganti il terzo gode, quindi dobbiamo creare rapporti tali tra noi che nessun altro tragga più vantaggio dalla Polonia o dalla Russia. Facciamolo, creiamo un nuovo ordine». Fonte (ha collaborato Katarzyna Rukojc)
[...] (Con i due gemelli (Kaczyński morti nell'incidente aereo) ai vertici del potere statale c'era stata una corsa a diseppellire il passato per rinvenire ovunque nemici - dai comunisti ai russi agli ebrei e ai gay. La decisione che più aveva suscitato clamore all’interno e all’esterno del paese era stata l’adozione (15 marzo 2007) della cosiddetta dichiarare per iscritto la loro collaborazione o meno con i servizi di sicurezza dell’ex regime comunista. Il desiderio di lustracjaera determinato dalla loro convinzione che nel periodo della transizione fossero state fatte concessioni agli appartenenti al regime comunista, fra cui favoritismi nel processo di privatizzazione. In questo modo si sarebbe sviluppata una nuova 'casta', i c.d. uklad, ossia un network di politici, ex agenti dei servizi segreti, comunisti e businessmen, che costituirebbe ora un potere parallelo a quello statale. [...] Out of Tragedy, normality, The Economist, 17-04-2010.