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Cristoforo Colombo e Le Americhe

Ebrei e fondazione dell’economia coloniale americana
Tratto da “Gli ebrei e la vita economica” di Werner Sombart*, vol. I, 1911

Gli ebrei hanno preso parte molto attiva alla fondazione di tutte le colonie.
Questo è normalissimo, dato che il Nuovo Mondo offriva loro maggiori prospettive di felicità che non la vecchia e tetra Europa.
Si trovano impegnati in tutti i tipi di operazioni nei possedimenti olandesi dell’Oriente. Una parte considerevole del capitale azionario della Compagnia Olandese delle Indie Orientali era in mano agli ebrei e li ritroviamo anche fra i direttori della Compagnia delle Indie Orientali.
Da un capo all’altro l’America si rivela un paese ebraico.
Risultano coinvolti in maniera straordinaria intima nella scoperta dell’America: si direbbe che il Nuovo Mondo sia stato scoperto unicamente in loro onore, con la loro assistenza, che i Colombo siano stati semplicemente gli incaricati d’affari di Israele.
Il denaro ebraico rese possibile le prime due spedizioni di Colombo. Il primo grazie alle sovvenzioni fornite dal consigliere reale Luois de Santangel, il vero protettore della spedizione di
Colombo.
Molti ebrei sono imbarcati sulla nave di Colombo e il primo europeo i cui piedi toccano il suolo americano è un ebreo: Luis de Torres.
Ma lo stesso Colombo (il cui vero nome sarebbe Cristobal Colon) è stato di recente rivendicato dagli ebrei come uno di loro

Non appena le porte del Nuovo Mondo si dischiusero agli europei, gli ebrei vi si precipitarono in massa. Non a caso, la scoperta dell’America
ebbe luogo lo stesso anno in cui gli ebrei vennero espulsi dalla Spagna!
I primi mercanti sono ebrei e i primi stabilimenti industriali nelle colonie americane sono stati fondati da loro.
Nella prima metà del XVII secolo tutte le grandi piantagioni di zucchero sono nella mani di ebrei e difficilmente possiamo avere idea dell’enorme importanza che allora assumeva l’industria e il commercio dello zucchero.

Il presidente Roosevelt parlando dei servigi resi dagli ebrei agli Stati Uniti: “Gli ebrei hanno concorso ad edificare il paese” e l’ex presidente Grover Cleveland affermava: “Tra le nazionalità di cui si compone il popolo americano poche ve ne sono - ammesso che ve ne siano - che abbiamo esercitato maggiore influenza, diretta o indiretta, sulla formazione dell’americanismo moderno [1]
Gli ebrei assistono allo svegliarsi dello spirito capitalistico sulle rive dell’Oceano Atlantico, nelle foreste e nelle steppe del Nuovo Continente. Il 1655 viene considerato l’anno del loro arrivo: una nave carica di ebrei provenienti dal Brasile giunge nella baia di Hudson e chiedono di essere ammessi alla Compagnia Olandese delle Indie Occidentali.
Durante il XVII e XVII secolo il “commercio ebraico era la fonte che permetteva all’economia nazionale delle colonie americane di vivere. Dato che l’Inghilterra obbligava le sue colonie ad acquistare nella madrepatria i prodotti manufatti , la bilancia commerciale delle colonie si chiudeva sempre in negativo. Se non avessero ricevuto dall’estero un afflusso continuo di metallo prezioso, vi sarebbe stato il deperimento dell’economia. Era appunto il commercio ebraico a far affluire dall’America Centra e del Sud alle colonie inglesi del Nord.

Durante l’intera fase di formazione degli Stati Uniti l’immigrazione degli ebrei è stata intensa e ininterrotta.
L’influenza dell’alta finanza giudaico-olandese supera i confini del paese, poiché durante il XVII e il XVIII secolo l’Olanda rimane il serbatoio che alimenta le casse di tutti i sovrani europei a corto di denaro.

* Werner Sombart (1863-1941) economista e sociologo tedesco, docente all’Università di Berlino che all’epoca era una delle più prestigiose del mondo

[1] “The 250 anniversary of the Settlement of the Jew in the USA”, 1905, p.18

Colombo segreto: mago ebreo, ladro genovese, maestro templare

LA SCOPERTA DELL'AMERICA, UN COMPLOTTO GIUDEO TEMPLARE

Romano Bassoli

Genova - Se ne è tornato a parlare a "Stargate" il 7 aprile scorso: e se la vicenda della scoperta dell'America celasse una serie di misteri? Presente in studio, il saggista Pietro Marino affermava che Colombo ben sapesse cosa stesse facendo, e che le sue fortune e sfortune dipendessero dal fatto che egli fosse il figlio segreto di papa Cybo...
Ma andiamo con ordine.
La storia di Cristoforo Colombo, alla scoperta dell'America, è vicenda assai nota. Essa aprì la strada alle orde distruttrici dei Conquistadores, alla ricerca di fantastici tesori. Meno conosciuto è invece il fatto che esista una nutrita letteratura sotterranea che rilegge in chiave esoterica e cospirazionista molti degli eventi che portarono alla scoperta del Nuovo Mondo.
Uno di questi libri, pressoché introvabile, è l'opera dello spagnolo Salvador de Madariaga, "Christophe Colombe", pubblicata nel 1968. Secondo questo studioso Cristoforo Colombo, o meglio Cristoforo Colon, era un ebreo deciso a ricostruire lo Stato di Israele in America, una terra della cui esistenza Colombo aveva già da tempo le prove.

La prima prova giunge da uno scritto di un certo Fra' Juan Perez, un religioso che sosteneva che Colombo gli avrebbe detto di essere già stato nelle Indie Occidentali prima della scoperta ufficiale dell'America (1492), seguendo una rotta marittima rivelatagli da un marinaio sconosciuto. Secondo questi documenti Colombo, che la gente chiamava "Segnor Fabuloso" o "Signore Fantasioso", era un bizzarro sognatore, con fissazioni a sfondo sessuale e pagano. Il navigatore genovese era sicuro che il Paradiso terrestre, che le credenze dell'epoca situavano in Egitto o in Irlanda, si trovasse in realtà oltre oceano. "Colombo era convinto", ha dichiarato il saggista francese Robert Charroux, "che la Terra non era rotonda, ma a forma di pera con una protuberanza, su di un lato, somigliante ad un seno di donna. La punta di questo seno, situata nella zona equatoriale, era la parte del globo più vicina al cielo e Colombo pensava che là doveva trovarsi il Paradiso descritto nella Genesi. E credeva che esso potesse essere raggiunto solo per volontà divina". E Colombo riteneva di essere il prescelto di Dio!

Un'altra versione sostiene che Colombo avesse saputo dell'esistenza di un continente, oltre le mitiche colonne d'Ercole in Spagna, da alcune mappe geografiche "impossibili". simili alla carta di Piri Re'is, una mappa che rappresenta un vero controsenso storico in quanto, pur se risalente al 1500, mostra dettagliatamente le coste dell'Antartide, cartografate con precisione solo in questo secolo. Colombo avrebbe posseduto queste mappe, che la tradizione vuole opera di navigatori atlantidei e reperti scampato alla distruzione della biblioteca di Alessandria. Altri studiosi pensano invece che Colombo avesse intrapreso il proprio viaggio dopo essersi appropriato della carta del fisico e geografo fiorentino Paolo del Pezzo Toscanelli. Quest'ultimo, il 25 giugno 1474, aveva inviato al canonico portoghese Fernando Martins Roritz una carta geografica in cui aveva tracciato la rotta "per l'India, passando per l'Oceano Occidentale", con l'indicazione delle località, dei poli, della linea dell'equatore e delle distanze. "Potete intraprendere il viaggio verso Ovest", aveva scritto Toscanelli, "e giungere in queste regioni, che sono le più ricche di spezie, di gioielli e di pietre preziose". Carta e annotazioni erano destinate al re del Portogallo; secondo quanto riferisce lo studioso Victor Forbin ne "L'or dans le monde" Toscanelli aveva scoperto il Brasile, una terra effettivamente ricca, all'epoca, di oro e di preziosi.

Toscanelli ed i suoi colleghi marinai avrebbero dunque esplorato il Brasile prima di Colombo. Si erano poi ritirati a Madera, località ove, dal 1474, si trovava anche Colombo. Quest'ultimo, nel 1479, aveva convolato a giuste nozze con una certa Felipa Perestrello, figlia di uno dei timonieri di Toscanelli. Scoperte le carte nautiche segrete destinate al re, Colombo le avrebbe sottratte e, abbandonata la moglie, sarebbe fuggito da Madera con il figlio Diego. Il furto venne in seguito scoperto e denunciato e, come scrive Madariaga, "Colombo, costretto alla fuga, falsificò delle carte, in cui inventava una corrispondenza con Toscanelli. Quest'ultimo lo avrebbe autorizzato ad utilizzare le carte nautiche delle Americhe. Non era vero. Ma Toscanelli, essendo nel frattempo morto, non poteva smentire. Sono sicuro di quanto sostengo avendo rintracciato una lettera di re Giovanni II "al suo carissimo amico Christouon Colon", al quale assicura l'immunità qualora avesse deciso di tornare in Portogallo. Era chiaro che Colombo fosse un ladro. S'impossessò della mappa per andare nel Nuovo Mondo".

Charroux sostiene che Colombo fosse perfettamente a conoscenza delle terre impossibili raffigurate su alcune mappe eretiche: "Nel libro "Esmeraldo de Situ Orbio" aveva letto le teorie sulle Indie Occidentali di Duarte Pacheco Pereira, e poi la "Cosmologia" di Tolomeo, "Il libro delle meraviglie" di John Mandeville, gli scritti di Philippe de Beauvais in cui si affermava l'esistenza, al di là dell'oceano, di un nuovo mondo ancora sconosciuto. Ma soprattutto si era basato, essendo un ebreo, sul libro biblico di Ezdra per calcolare la larghezza del mare e sulle profezie del "Libro degli Ebrei" per prevedere la fine del mondo, che riteneva fissata per il 1656". Si trattava di teorie considerate altamente eretiche e molto pericolose dalla Chiesa, specie per un navigatore che intendeva ottenere l'appoggio di sovrani cattolici. Ricorderete senz'altro il processo che Colombo subì dall'Inquisizione nel celebre film "1492", ove il suo interprete Gérard Depardieu viene interrogato da un feroce religioso sulle validità delle mappe da lui studiate, validità basata sul fatto che i navigatori fossero cristiani e non ebrei o musulmani. Si tratta di un dato di fatto. Le opere di studiosi non cristiani non erano tollerate dalla Chiesa, che pertanto non avrebbe mai autorizzato una spedizione cattolica impostata su credenze "eretiche". Il Colombo ebreo è una figura assai poco conosciuta. "Si riteneva uno strumento del Signore", ha scritto Madariaga, "prescelto non soltanto per conquistare un mondo nuovo, fino a quel momento esistente solo nella sua fantasia, ma anche per contrapporsi a quel re e a quella regina che perseguitavano metà del suo popolo e si preparavano ad inviare l'altra metà in un disumano esilio. Rivolto ai suoi sovrani, scrisse un giorno: Con l'espulsione dei Giudei mi avete inviato in India, facendomi grande ammiraglio. Umiliando la mia razza, mi avete innalzato".

Dubito che Colombo giustificasse la propria impresa con i cattolicissimi re del Portogallo come riscatto per gli ebrei oppressi dalla Chiesa. In tal caso non solo non avrebbe mai avuto i finanziamenti, ma avrebbe rischiato di finire davanti al tribunale dell'Inquisizione. Ed ecco giungerci in aiuto Charroux, che, basandosi su un "Libro di profezie" scritto da Colombo e andato perduto, sostiene che questi avrebbe motivato il viaggio per le ricchezze delle Indie, che sarebbero servite per finanziare una nuova crociata e per ricostruire il Tempio di Gerusalemme. Intimamente, lo scopo di Colombo sarebbe stato "il riscatto della gente di Sion e la costituzione di uno stato di Israele in Palestina"; il possesso di Gerusalemme faceva però gola anche alla cristianità. Si trattava dunque di un ottimo pretesto per convincere i recalcitranti finanziatori. Ma secondo lo studioso francese Louis Charpentier c'era dell'altro. Dietro Colombo vi erano i templari. Questi avrebbero saputo dell'esistenza del Nuovo Mondo da alcuni missionari groenlandesi, sin dal XIIº secolo. Ciò non escluderebbe che dietro la riscoperta dell'America vi fosse dunque una congiura templare, per la rifondazione dell'Ordine, dopo la sua distruzione ufficiale nel 1307, a causa del re di Francia e della Chiesa. A favore di questa tesi esistono oggi molti testi che sostengono che il Congresso degli Stati Uniti d'America sia segretamente gestito da un governo ombra di origine templare, noto come gli Illuminati.
Quanto ci sia di vero in tutte queste storie è difficile stabilirlo. Per lo studioso francese Pierre Margry, Colombo sapeva dell'esistenza dell'America semplicemente perché Vincente Pinzon, uno dei suoi luogotenenti al comando di una caravella, sarebbe stato il secondo del vascello dell'esploratore Jean Cousin che nel 1488 - quattro anni prima del viaggio di Colombo - aveva scoperto il Brasile e doppiato il Capo di Buona Speranza. Martin, fratello di Vincente, avrebbe poi consultato nella biblioteca pontificia le carte geografiche dei missionari groenlandesi. E proprio a Roma avrebbe conosciuto Colombo.

Fra i molti misteri che si riferiscono a Cristoforo Colombo, uno riguarda la sua firma, che il navigatore era solito apporre entro un triangolo, circondata da strane sigle e scritte. Esse hanno acceso la fantasia degli studiosi di esoterismo. Secondo alcuni, le misteriose lettere all'interno del triangolo sarebbero una sorta di patto diabolico, un'invocazione al demonio Samael, protettore dei viaggi; per altri, l'intera figura rappresenta il sigillo di Salomone, un potentissimo pentacolo ebraico (e Colombo era un ebreo); secondo altri studiosi ancora, come l'ebraista americano J.R. Marcus e lo scrittore Don Armando Alvarez Pedros, si tratterebbe di un talismano a carattere religioso, di stampo cristiano. Cosa significhino quelle sigle è però un mistero. Gli esoteristi Maurice Privat e Joseph Hariz considerano Colombo un mago, e la sua firma sarebbe la prova della sua appartenenza all'Ordine del Tempio, di cui sarebbe stato il Gran Maestro. Lo proverebbero i due triangoli appuntiti, iscritti uno dentro l'altro. L'ultima riga, "xro ferens" sta per Christoferens, cioè "portatore di Cristo", ovvero Cristoforo. X, M e Y starebbero per Cristo, Maria e Gesù-Yussuf, parole di riconoscimento segrete dei terziari francescani. Secondo Privat Colombo avrebbe combattuto contro i mori a Grenada vestito col saio francescano (ma si tratta di un evento non documentato). I triangoli rappresenterebbero poi le piramidi egizie. Utilizzando la cabala, Privat osserva che la lettera S è ripetuta tre volte.
15 X 3 = 45, cioè 4 + 5 = 9, numero divino astratto. In aritmosofia, 45 esprime l'eredità, il mandato divino. "La missione templare", scrive Privat, "gli è stata assicurata per via ereditaria e Colombo esprime i suoi titoli con la lettera A, cioè "Io sono il primo del mio ordine". "Questa è l'opinione un po' stravagante di Privat", ha commentato Charroux, "tuttavia non priva di qualche curiosità. Non è impossibile che i templari siano estranei a questa storia, come pure gli ebrei. Non si può dimenticare che Colombo era un converso; egli "scoprì" l'America, divenuta la nuova terra di Sion". Hariz sostiene poi - ma qui inventa - che Colombo, durante il suo viaggio, "operò esorcismi e scongiuri. A seguito di una grande burrasca, sulle coste del Venezuela, indossò il mantello, cinse la spada, accese dei ceri benedetti e fendette l'aria ai quattro angoli. Forse grazie a questa cerimonia una gigantesca tromba d'aria passò tra le caravelle senza distruggerle"
. http://ufocun.tripod.com/colom4.htm

 

 

Cristoforo Colombo era un ebreo catalano

Lo sostiene Estelle Irizarry, docente a Georgetown, in un testo appena edito. Lo studio si basa su analisi linguistiche dei testi autografi del grande navigatore. Le conclusioni sarebbero nette. Lo scopo di questo lavoro è quello di aggiungere nuovo materiale, basato sugli scritti di Colombo, per il grande corpo della ricerca storica e scientifica delle prossime analisi del DNA destinato a far luce sulle origini di Colombo, in particolare per quanto riguarda le indicazioni della sua identità di Crypto Ebreo. Ci rivolgiamo solo a fonti testuali degli scritti di Colombo, per come abbiamo dimostrato in precedenza (Irizarry 1992), fu uno scrittore prolifico e di talento e ha scritto in spagnolo. Le chiavi per la sua religione si trovano nel libro di profezie, il Diario del primo viaggio, in autografo triangolare di Colombo. Un'altra chiave, l'influenza del ladino o spagnolo ebraico sulla sua espressione, sarà oggetto di un'altra carta.
Un Crypto Bar Mitzvah
Il Columbus intenso dei viaggi, diari e petizioni al re reale aveva un altro lato che ha mostrato attraverso quando ha intrapreso un progetto ambizioso e spirituale iterary chiamò Il libro di profezie, dal 1501 fino il 1503, tra le lettere dei suoi ultimi due viaggi , con lo scopo dichiarato di aiutare a recuperare Gerusalemme per il cristianesimo.
Columbus ha scelto di mantenere il testo in originale latino, in grado di raccogliere le selezioni dai 44 libri del Vecchio Testamento, soprattutto i salmi e testi profetici-, insieme con i quattro Vangeli, 23 epistole, e alcuni brani di autori classici. Il lavoro in questione selezionando e copiando il testo in latino, senza tradurre gli originali. Il libro contiene anche diverse poesie e note a margine attribuito a Colombo o in parte al suo figlio più giovane Fernando. Questo fu Colombo il primo apertamente di rischio "letterario" in quanto aveva
alcuno scopo pratico immediato. E 'un lavoro contemplativo che ha risposto ai suoi bisogni spirituali più profondi, tra i quali, la sua fede religiosa.
Le poesie in spagnolo includono una terzina, un poema didascalico, un poema celebrativo della nascita di Giovanni il Battista e un monito morale di preparazione per la morte che appare in diverse versioni con i versi riordinati. differenze di grafia suggeriscono che i vari scribi hanno aiutato con la trascrizione. Uno è stato Padre Gaspar Gorricio, dell'Ordine Cartuchan, da Genova. Più significativo è il fatto che Colombo ha scritto a lui (e lui ha risposto) in spagnolo, non l'italiano di Genova, ci si potrebbe aspettare se Colombo era da quel luogo. Padre Gorricio vegliato Fernando, che si avvicinava l'età di 1thirteen. In una delle sue lettere al sacerdote, Colombo parla di mettere in rima esempi da persone di autorità, anche se "RIMAR" (in rima), significava anche concordar o l'organizzazione (1501).
Secondo West e Kling, Colombo era un uomo austero di spiritualità sincera e profonda fede cristiana, gli storici ei biografi concordano nel parlare della sua disciplina quasi monastica ed esemplare carattere cristiano in tutte le fasi della sua vita (West e Kling 46). Secondo Fernando, era moderato e modesto nel mangiare, bere e nella sua persona. Egli non maledetto, né bestemmiato (49). Un altro amico del clero, Padre Las Casas, lo caratterizza come modesto e continente (Villar 118).
Ci sarebbe da aggiungere altri tratti a tale elenco, per il Columbus è stato audace e intelligente, fino al punto di inventare un sotterfugio che confermare la sua immagine come un vero credente cattolico dedicato alla promulgazione della fede nelle terre avrebbe scoperto per la corona spagnola e allo stesso tempo gli permettono di educare il figlio Fernando nello studio dei testi sacri della sua fede vera, ma nascosta, il giudaismo. Come ha fatto questo è stato a dir poco brillante.
Per l'occhio ignaro, libro di profezia di Colombo è un progetto cattolico: scritto in latino in un monastero con lo scopo dichiarato di onorare Cristo, il Re Cattolici, ma nasconde in realtà un impegno pedagogico ebraico di Colombo per il suo figlio più giovane Fernando durante lo stesso periodo che i caratteri ebraici puntata Hai (Baruch per Hashem, o "Beato Do"), appaiono nelle sue lettere al figlio maggiore Diego, come scoperto nel 1928 in base alle Villar (135) 1 e confermata dalla ricerca di Nito Verdera. La sovversione è supportato dai seguenti dettagli:
(1) La ripetizione dei versi nella poesia Memorare in differenti configurazioni rappresenta un tentativo curioso di raggiungere le permutazioni-riordinate - nello spirito della Cabala. Occidente e l'ordine Kling le linee così:. Peccabis non, in eternum, Tua, Memorare, Novissima "Nel manoscritto del British Museum, l'ordine dei versi è 5 6 3 4 2 1 in modo che le parole iniziali formano un acrostico Memorare Novissima Tua et in eternum peccabis non. Il manoscritto della Biblioteca colombiano presenta segni di
tentativi di cambiare alcune parole (Fernández Valverde 111).
(...)
http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2009/11/cristoforo-colombo-era-un-ebreo-catalano.html






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